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12.11.2021 - 12:020

Ostinelli ricorre al TRAM contro la mascherina alle scuole medie

Secondo il medico, si tratta di "una misura inutile, sproporzionata e discriminante"

BELLINZONA – Giù la mascherina! È in estrema sintesi la richiesta del dottor Roberto Ostinelli formulata in un lungo ricorso presentato al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM). Il medico chiede di abolire l’obbligo della mascherina per gli allievi delle scuole medie.

“Diversi genitori di questo Cantone – scrive - hanno già interposto ricorso contro una decisione simile del Consiglio di Stato all’inizio dell’anno scolastico. In uno Stato di diritto e nel rispetto dei diritti fondamentali e costituzionali è assolutamente non giustificato che un cittadino debba ogni qualvolta interporre un nuovo ricorso su una decisione simile assunta dal Consiglio di Stato, questo per il semplice motivo che il vostro lodevole Tribunale non si è chinato sull’effetto sospensivo e sui contenuti dei gravami già presentati”.

Ostinelli chiede dunque al Tribunale che venga decretato l’effetto sospensivo alla risoluzione governativa che proroga l’obbligatorietà delle mascherine alle Scuole medie da una parte, dall’altra permette ai bambini e docenti non vaccinati di togliere la mascherina in classe: “La revoca dell’effetto sospensivo decisa dal Consiglio di Stato non è stata motivata nella risoluzione governativa. A tutela della salute dei bambini come si illustrerà nel presente gravame, l’effetto sospensivo deve essere ripristinato. I danni alla salute fisica e psicologica sono manifesti e evidenti e questi non giustificati dal profilo epidemiologico. È infatti dimostrato che i bambini non sono vettori del contagio e la malattia si manifesta in forma asintomatica o lieve”.

Il Consiglio di Stato, ricorda il medico, ha deciso di prorogare l’obbligatorietà della mascherina alle Scuole medie dapprima dal 13 settembre 2021 fino al 29 ottobre 2021 e, con la nuova decisione contestata, dall’8 novembre al 23 dicembre 2021, con le seguenti eccezioni previste dal Piano di protezione richiamato nella risoluzione governativa: i bambini vaccinati possono togliere la mascherina in classe se la distanza sociale è rispettata, come pure i docenti.

“L’obbligo della mascherina alle Scuole medie non è mai stato interrotto dall’anno scolastico 2020/2021 sebbene l’evoluzione della pandemia non sia stata costante nel tempo, come pure l’occupazione dei posti letto in ospedale e delle terapie intensive. In data 9 novembre 2020 il Consiglio di Stato ha introdotto l’obbligo della mascherina alle Scuole medie (anche durante l’educazione fisica) e il divieto vale ancora tutt’oggi e questo è stato prorogato fino alle prossime vacanze natalizie”.

Da gennaio 2021 è iniziata la campagna vaccinale delle persone più vulnerabili, ma “l’obbligo della mascherina è stato mantenuto, anche per i bambini della prima media di 11 anni, quando in tutta la Svizzera, in ogni luogo, questo obbligo è a partire da 12 anni. La motivazione del Consiglio di Stato era che non si poteva differenziare tra alunni di prima media e delle altre classi. Nel mese di settembre 2021 i dati sono tendenzialmente stabili. Il Canton Ticino è il Cantone con l’occupazione più bassa di posti letto in terapia intensiva di tutta la Svizzera, come pure ha il tasso d’incidenza di casi ogni 100'000 abitanti più basso di tutta la Svizzera”.

Il medico chiede inoltre al Cantone di produrre i dati relativi ai bambini in quarantena che hanno contratto il virus: “Dato importante per poter provare che la contagiosità tra i bambini è praticamente nulla come pure è scientificamente provato che è l’adulto che contagia il bambino”. E di pubblicare il risultato di tutti i tamponi collettivi che ha effettuato nelle sedi di media ed elementare per determinare la contagiosità del virus all’interno delle Scuole. 

Dall’8 novembre, spiega, nei Cantoni San Gallo, Turgovia e Argovia, con tassi di incidenza del virus più alti del Canton Ticino e con un tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva decisamente peggiore, l’obbligo della mascherina è stato revocato. Mentre in Ticino è stato mantenuto a danno della salute dei bambini e indipendentemente dal contesto epidemiologico e dell’occupazione dei posti letto in terapia intensiva.

 Importanti studi, prosegue Ostinelli, mettono in evidenza i danni procurati dalla mascherina chirurgica nei bambini: “senso di calore, irritazione, difficoltà respiratorie, fastidio, difficoltà di concentrazione, cefalea, senso di affaticamento. Inoltre, l’efficacia delle stesse non è stata dimostrata durante il gioco e le attività fisiche, ciononostante questa deve essere indossata anche mentre si fa ginnastica. La mascherina incide pesantemente sul mondo dell’educazione e sul principio stesso di educare. Appare come un’ulteriore applicazione esasperata del principio di precauzione sanitaria, con pressoché totale disconoscimento di tale principio per altri aspetti della salute, quale quello relativo all’equilibrio psichico e alla qualità delle relazioni sociali. La società Svizzera di pediatria nella sua presa di posizione del 20 settembre 2021 chiede che l’obbligatorietà della mascherina, come pure dei Test e delle quarantene siano ridotte al mimino”.

L’obbligo del porto della mascherina in relazione alla situazione pandemica, alla protezione vaccinale, e al rischio infettivo tra i bambini, non è assolutamente una misura proporzionata, scrive nel ricorso. Non solo è scientificamente lesiva dell’integrità psicofisica degli alunni, ma contraddice palesemente le raccomandazioni di salute pubblica emanate dall’UFSP in merito alla concentrazione di CO2 negli ambienti scolastici e di lavoro.

Secondo il medico, il Consiglio di Stato prorogando all’infinito lo stato di emergenza, e non differenziando le situazioni a livello di contagi, ospedalizzazione, occupazione terapia intensiva, ha violato e continua a violare la Convenzione sui diritti del fanciullo. Lo Stato deve adottare provvedimenti che siano proporzionali al perseguimento dello scopo, nel caso specifico la tutela della salute pubblica e della scuola in presenza. “Deve quindi dimostrare di aver analizzato e adottato tutti gli altri provvedimenti che potrebbero contrastare la diffusione del coronavirus, tutelando nel contempo il benessere fisico e psico-fisico del bambino”.

 

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