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Cronaca
07.04.2022 - 10:270

La pandemia non blocca il traffico di droga in Ticino

Il bilancio dell'anno 2021 della Sezione Antidroga. 1'555 le persone denunciate, di cui 200 minorenni. Tutti i dettagli

BELLINZONA – La pandemia non ha bloccato il traffico di droga. Per quanto riguarda i sequestri di stupefacenti, in gran parte riconducibili a droga in transito, nel 2021 la collaborazione tra la Sezione antidroga della Polizia cantonale (SAD) e i suoi partner, Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) e polizie comunali, ha permesso di intercettare 42.5 chili di hashish (245.9 nel 2020), 29.6 chili di marijuana (78.7), 21.7 chili di eroina (11.8), 7.2 chili di cocaina (16), 425.5 grammi di metanfetamina, 124.2 grammi di anfetamina (761), 474 pezzi di ossicodone, 96.85 grammi (77) e 45.5 pezzi di ecstasy (44), 43.1 grammi e 87 pezzi di Lsd (398) nonché 774 piante di canapa (957).

Importanti anche i sequestri di denaro provento del narcotraffico, somme che ammontano a circa 178’000 franchi e a 165'000 euro. Le persone denunciate per reati concernenti la Legge federale sugli stupefacenti sono state complessivamente 1'555 (1’482 nel 2020), di cui 200 minorenni (270). Gli arresti hanno raggiunto quota 72 (84). Le morti per overdose sono state 13 (8). La crisi legata alla pandemia da Covid non ha avuto un impatto significativo sulla reperibilità della droga a livello mondiale e in particolare in Europa come evidenziato dall’ Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze nella sua relazione annuale. Il rapporto rileva la resilienza della criminalità che ne gestisce il traffico nonché la crescita dei mercati online.

A livello globale l’Europa costituisce sempre un mercato importante per le droghe, alimentato sia dalla produzione interna, sia dall’importazione illecita da altri paesi o continenti come l’America del Sud, l’Asia occidentale e l’Africa settentrionale. Permangono rilevanti i rischi per la salute pubblica derivanti dalla disponibilità e dal consumo di un’ampia gamma di sostanze, spesso di elevata potenza o purezza. In quest’ambito le nuove e pericolose tipologie di sostanze psicoattive (NPS), intercettate e monitorate a livello internazionale e di produzione principalmente asiatica, hanno superato quota 800. In Ticino il quadro complessivo è in linea con quanto rilevato gli scorsi anni ed è analogo al resto della Svizzera. La cannabis resta la sostanza maggiormente in voga, seguita dalla cocaina e dall’eroina. Sono tuttavia in forte crescita a livello nazionale i cannabinoidi sintetici importati sotto forma di polveri, olii o liquidi altamente concentrati da cui si ricavano soluzioni che vengono spruzzate direttamente sui fiori essiccati della canapa light (CBD). Il prodotto finale è poi rivenduto sul mercato illegale come canapa ricca in THC. Questo modo di agire può condurre a intossicazione gravi e quadri clinici che vanno dall’agitazione psicomotoria fino a conseguenze anche fatali. Resta alto il livello di attenzione legato al consumo di medicinali da parte di giovani o adolescenti. La sottile linea che separa un farmaco dalla droga viene spesso superata con modi semplici e poco costosi.

Numerose le inchieste che hanno impegnato la SAD. Tutte le sue antenne (Chiasso, Lugano, Bellinzona e Locarno) sono state confrontate con una costante attività d’indagine, derivante in gran parte da arresti operati al confine e da arresti casuali sul territorio. In quest’ambito si sottolinea come molte delle grosse inchieste legate agli stupefacenti abbiano preso avvio da attività investigative preliminari, monitorando fenomeni o soggetti sospetti, oppure con l’approfondimento di segnalazioni giunte alla sezione. Sul fronte dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti si è assistito ad uno spostamento degli equilibri interni alle organizzazioni albanesi. Se fino a poco tempo fa questi gruppi erano quasi esclusivamente specializzati in eroina, nel corso dell’anno sono stati operati arresti e condotte inchieste che hanno evidenziato come gli spacciatori gestiscano anche grossi quantitativi di cocaina.

I motivi sono verosimilmente da ricondurre alla maggior resa di questa sostanza nella vendita al dettaglio. Quanto resta del mercato della cocaina è perlopiù coperto da trafficanti di origini dominicane. I quantitativi sequestrati, variabili da un anno all’altro, non trovano riscontro in una recrudescenza o diminuzione dell’attività criminosa. Spicca ad esempio il rinvenimento di un grosso quantitativo di metanfetamina, sostanza di cui non vi sono evidenze di una forte presenza nei mercati illegali del Ticino, grazie a un fermo operato dall’UDSC in occasione di un controllo alla frontiera.

Lo stupefacente sequestrato ai valichi doganali, per buona parte non è destinato al mercato svizzero, bensì a quello del Nord Europa, rispettivamente della vicina Italia. Anche per il caso specifico, la metanfetamina era diretta in Germania.

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