ROMA - Ridotta in schiavitù dai genitori. A 14 anni, Sveta (il nome è di fantasia, ndr) una ragazzina di origine bosniache che vive a Roma, era obbligata a chiedere l’elemosina fuori dai supermercati e viveva di stenti. In casa, subiva continuamente minacce, violenze e abusi, costretta a far da serva sin dall’età di 10 anni. Privata della sua infanzia per passare gli stracci sui pavimenti in casa e vivere nel terrore. Se provava a disubbidire veniva picchiata senza pietà. E quel che è peggio è che i suoi aguzzini erano sua madre e suo padre, di 36 e 41 anni, immigrati dalla Bosnia nella capitale italiana. I genitori padroni le avevano le avevano addirittura combinato un matrimonio con uno sconosciuto disposto a pagare per comprarla e continuare a farle fare la schiava.
Dopo quattro anni di terrore, lo scorso ottobre Sveta ha trovato il coraggio di chiedere aiuto e denunciare i maltrattamenti negli uffici della polizia di San Basilio. Dopo poco più di un mese di accurate indagini, gli agenti sono riusciti porre fine al suo incubo. I genitori sono ora accusati dei reati di riduzione o mantenimento in schiavitù e di lesioni personali, con l'aggravante di averli commessi nei confronti della figlia. Per il padre, il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere, mentre la madre è stata sottoposta agli arresti domiciliari. La ragazzina, invece, è stata accolta in una struttura protetta, dove cercherà di riscattare la sua vita e recuperare un po’ di quell’infanzia bruciata.
Il caso di Sveta non è isolato, purtroppo. Né in Italia né nel resto del mondo, dove una persona su mille vive ridotta in schiavitù. Sono tra i 20 e i 45 milioni infatti, le persone vittime di traffici o abusi sessuali, o segregati come servi, spesso dai loro stessi familiari. La maggior parte di essi sono donne e bambini dai 6 ai 10 anni. Il 58% delle persone schiave vivono in India, Cina, Pakistan, Bangladesh e Uzbekistan. Ma in questa aberrante classifica l'Italia si trova al 141esimo posto, e la quasi totalità dei casi riguarda la tratta delle prostitute (fino a 120mila) e bambine e ragazze di famiglie che provengono da Paesi di religione musulmana.