COMO – Caos, maleducazione, sciami di turisti che intasano il centro storico… Sull’onda di George Clooney, anche la gente normale sta pensando di lasciare il lago di Como. Il portale Comozero ha dedicato un servizio al fenomeno, intervistando due coppie che hanno deciso di andarsene. “Mentre Venezia quest’anno ha sfiorato il punto di non ritorno con un quasi pareggio tra numero di posti letto nelle strutture ricettive e quelli residenziali (48.596 i primi contro 49.365 i secondi), Como trotterella spensierata verso il punto di non ritorno in cui sono già finite, prima di lei, molte altre città turistiche, felice di essersi scoperta amatissima dai turisti e convinta che le beghe più grosse da risolvere siano le code per i battelli e il traffico. E non il malcontento che serpeggia tra i suoi abitanti e una lenta, sottile emorragia che comincia a manifestarsi”, scrive la giornalista Chiara Taiana.
La prima storia è quella di Rosanna Romano e Alberto Pozzi, lei collaboratrice di una casa di riposo, lui ingegnere gestionale e docente del Politecnico. Lasceranno la casa in cui vivono tra via Grassi e piazza Volta per trasferirsi a Fino Mornasco. “Non vediamo l’ora – raccontano –: viviamo qui dal 2014, e abbiamo visto questa zona passare dall’essere un posto fin troppo tranquillo, al limite del ‘mortorio’, al disastro che è oggi, non ne possiamo più”.
Sotto accusa la “movida” e una maleducazione sempre più dilagante che rende impossibile la vita degli abitanti: “Le scale esterne del nostro condominio sono un assembramento costante di ragazzi che fumano, bevono, vomitano, fanno rumore e usano questo spazio come bagno senza parlare delle moto a tutto gas su via Rubini o delle vere e proprie gare di minicar senza che nessuno passi davvero a controllare – raccontano – e se a questo aggiungiamo i garage affittati come magazzini a bar e i ristoranti che a mezzanotte svuotano i secchi dei vetri nei bidoni fregandosene di chi dorme sopra, il quadro è completo”.
La coppia sta pensando di trasformare la loro casa in un appartamento di vacanze, perché “i turisti sono gli unici a cui probabilmente non importa il casino, tanto restano qualche giorno e se ne vanno”.
Roberto Pinna e Andrea Sanna, manager nel settore della moda, non vivono nel cuore della movida, ma anche loro sono sul piede di partenza. Dopo aver vissuto in Sardegna, a Roma e a Parigi, Pinna si è fermato a Como affascinato dal luogo: “Mi sono trasferito a Como nel 2019 ma già da un paio d’anni andavo e venivo perché qui viveva Andrea, che è medico e oggi è mio marito, finché nel 2020 abbiamo deciso di comprare casa insieme in viale Varese", racconta. "Solo pochi anni fa ci sembrava la soluzione perfetta perché siamo a due passi dal centro, in una zona tranquilla e comoda per andare a lavorare, con un parco vicino per i nostri cani. Era la casa ideale, ma ora ci stiamo seriamente guardando intorno per andare a vivere fuori città”.
Como è diventata invivibile, dice: “A noi piace andare sul lago ma i posti dove si può fare il bagno sono sempre più affollati e trovare parcheggio è diventato impossibile, ma anche la città è diventata difficile da vivere, non è più quella di prima: la gente, la musica, l’atmosfera internazionale inizialmente hanno sicuramente ringiovanito e vivacizzato Como, ma la realtà è che oggi è diventata sì più bella e ricca, ma si sta snaturando, è travolta da sciami di turisti, tanto che se vuoi andare a bere un aperitivo devi farti largo tra la gente, è impossibile farsi una passeggiata tranquilla sul lungolago e tutti i ristoranti sono diventati carissimi e a misura di turista”.
L’idea iniziale, conclude, era di cercare un altro appartamento in centro, magari con un grande terrazzo, “ma i prezzi in città sono alle stelle e comunque non avremmo risolto il problema del caos quindi stiamo guardando qualche soluzione in campagna, con un giardino. Il rischio è che Como diventi una città esclusivamente turistica, con pochissimi abitanti. Vale davvero ancora la pena di vivere qui?”.