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08.03.2024 - 16:470

Luci, ombre e tormenti di Rocco. Bonatti su sesso e sessualità: "Attenzione, con il porno ci si fa male"

L'uscita di 'Supersex' riaccende le discussioni sul mondo hard. La sessuologa ticinese: "Ai ragazzi dico di pensare, scegliere e postare sempre con la testa"

LUGANO – La serie Netflix “Supersex” ripercorre la carriera del più famoso attore porno Rocco Siffredi, interpretato da Stefano Borghi. C’è tutto (o quasi) nella serie, un racconto intimo della vita, dei tormenti e del lavoro di Siffredi. Ci sono sorrisi e lacrime. Con “Supersex” si riaccende la discussione sul mondo a luci rosse, sul business che fa da sfondo al settore e sulle nuove vetrine facilmente accessibili al giorno d’oggi. Ne abbiamo parlato con la sessuologa ticinese Kathya Bonatti.
 
“La serie non l’ho vista e non ho intenzione di vederla. Rocco (Siffredi) l’ho incontrato di persona a Lugano qualche anno fa. "Lei è l’esperto della pratica, io lo sono della teoria". Questa è stata la nostra presentazione. Ma quello che mi colpisce, oltre alla simpatia e l’educazione, è la sua lotta interiore, i suoi incubi ricorrenti e la sua grande sofferenza”.
 
E lo dimostra una recente intervista rilasciata dal pornodivo a Belve, in lacrime raccontando la dipendenza sessuale. “Quando questa voglia mi assale – disse - nella sua forma più violenta, arrivo persino a pensare che vorrei castrarmi per mettere fine al problema. Ma è proprio a quel punto che chiedo aiuto a Dio, tramite l’intercessione di mia madre. Chiedo di farmi morire. Non credo che ne uscirò mai completamente”.
 
Uno stato d’animo, quello di Rocco, che abbiamo cercato di interpretare con Bonatti. “L’attore Siffredi ha avuto delle difficoltà ad essere in sintonia con il Rocco persona. Forse non era in connessione con le emozioni più profonde e con il senso evolutivo dell’esistenza. L’essere umano è fatto di mente, corpo, sensi, emozioni, sentimenti, sessualità e spiritualità. Siamo un insieme di tutto questo”.
 
Allarghiamo il campo di visione sul mondo del mondo del porno e della pornografia. “Esistono – aggiunge la sessuologa – diversi modi d’interpretazione. La tecnologia ha facilitato sicuramente le modalità di accesso. I film a luci rosse possono creare dei problemi nello scambiare il sesso per la sessualità. Non ricalcano la realtà e creano aspettative distorte di quella che è la vita di coppia intima. Le donne, per esempio, non hanno una sessualità che si accende in maniera immediata come fanno credere i video. Dunque creano anche finzione del piacere e insoddisfazione perché, soprattutto i più giovani, fanno fatica a modulare ritmi, esigenze e fantasie sessuali diverse tra maschi e femmine. Servirebbe inoltre un’educazione più approfondita dei confini e del consenso nella sfera della sessualità. Chi dedica molto tempo al sesso scisso dalle emozioni usa soltanto una parte di sé. La pornografia utilizza un essere umano per soddisfare un piacere proprio. La pornografia è vivere il piacere per procura e allontana dalla vera autenticità della sessualità condivisa, creando dipendenze uguali a quelle che possono essere per i videogiochi, i social e tutto ciò che distoglie dalla realtà vissuta di persona”.
 
Come dovrebbe, allora, vivere la vita sotto le lenzuola una coppia? “Richiede un confronto continuo e il dialogo sincero è fondamentale in questo. Bisognerebbe esternare i bisogni, i desideri e le fantasie erotiche al/alla partner. Ma qui subentrano poi delle divergenze. Gli uomini sono statisticamente più spinti nel realizzare le fantasie e potrebbero proporre soluzioni più “aperte” rispetto alle donne, che in genere invece hanno ancora il desiderio di un posto prioritario nella relazione”.
 
Sul tema OnlyFans, Bonatti ha le idee chiare. “È uno strumento che può fare agire con più libertà e indipendenza rispetto ai circuiti della pornografia, ma attenzione: io scinderei la parte hard da quella soft. Vendere un video con sesso esplicito è differente da vendere foto dei piedi o in abiti succinti. Anche le conseguenze che ne possono derivare sono differenti. Creerei due piattaforme separate. Sono sempre dell’idea che bisognerebbe postare solo quello di cui non ti vergognerai mai nemmeno quando si avranno dei figli. In questo caso, gioca un ruolo cruciale la consapevolezza. Le persone non sempre capiscono, al di là dei facili guadagni, le ragioni profonde per cui compiono certe scelte, che possono essere definite come doloranti graffi nell’anima, poiché, come dice Siffredi parlando delle pornodive e di Only Fans, attenzione perché con il porno ci si fa male”.
 
Infine, con sguardo olistico sul tema, Bonatti avverte i più giovani e gli adulti. “La consapevolezza è la chiave del Ben-Esssere, per cui bisogna imparare a conoscere se stessi, gli altri e le dinamiche di coppia per scegliere quello che ci fa stare davvero bene e in armonia. Nonostante gli innumerevoli stimoli, vivere la sessualità pensando solo al piacere significa utilizzare in maniera limitante questa meravigliosa energia vitale, come se mancasse l’esplorazione di una parte di sè. Ai ragazzi dico di pensare, scegliere e postare sempre con la testa”.

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