BELLINZONA – Che conseguenze avrà il Coronavirus sull’economia mondiale? Alfonso Tuor, in un articolo pubblicato sul Corriere del Ticino, è convinto che si modificherà il ruolo dello stato.
“Un rafforzamento del ruolo dello Stato, una maggiore attenzione alle preoccupazioni dei ceti meno favoriti, un’altra battuta d’arresto della globalizzazione. Insomma, una rivisitazione dei paradigmi economici e politici su sui si sono rette le nostre società negli ultimi decenni”, ipotizza.
Che se spiega come i movimenti di denaro erano ripresi abbastanza in fretta dopo la SARS del 2008, questa volta potrebbe essere diverso, poiché la pandemia di allora colpì in modo importante praticamente solo la Cina, mentre ora è coinvolti il mondo intero. “Prendendo ad esempio il nostro Paese, si constata che la disoccupazione che in marzo tende a calare è invece aumentata e che poco meno di un milione e mezzo di lavoratori, pari a circa il 29% di tutti gli occupati, sono in regime di orario ridotto. In Ticino sono 100 mila persone, ossia quasi la metà della forza lavoro. La Seco prevede inoltre che la disoccupazione salirà al 7% e che colpirà quindi circa 300 mila persone. Inoltre stima che quest’anno vi sarà una forte recessione con una contrazione del PIL elvetico che potrà variare dal 7% fino al 10%. E tutto ciò nonostante la tempestiva e appropriata risposta della Confederazione, che ha già messo in campo complessivamente circa 60 miliardi di franchi”, scrive.
Uno scenario inquietante.