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Economia
29.05.2022 - 11:310

TiSin cambia nome: nasce il Sindacato libero della Svizzera italiana

Si è tenuta ieri a Sementina l’assemblea dei soci, che ha anche nominato il nuovo Comitato direttivo. Tra i temi discussi: rapporti istituzionali, partenariato sociale e commissioni paritetiche  

SEMENTINA – TiSin cambia nome: da “Organizzazione per il lavoro in Ticino – TiSin” a “SLSI Sindacato libero della Svizzera italiana”. È uno degli argomenti all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci che si è tenuta ieri a Sementina. Oltre alla modifica della denominazione e di alcune modifiche statutarie, a seguito delle dimissioni dei deputati leghisti Sabrina Aldi e Boris Bignasca (LEGGI QUI) si è provveduto alla nomina del nuovo comitato direttivo, chiamando a farne parte, assieme a Nando Ceruso (Presidente), Anna Scarlino (Vice Presidente) Andrea Basalini e Mimmo Chiaravallotti espressione, rispettivamente, dei settori: Sociosanitario e servizi, Autotrasporti pubblici e privati, Edilizia e rami affini. Tutte le decisioni assunte dall’assemblea dei soci sono state approvate all’unanimità.

Questo è quanto rende noto lo stesso SLSI attraverso un comunicato stampa, che riassume anche i temi principali oggetto di discussione.

Rapporti con associazioni di categoria, istituzioni, componenti politiche.

IL SLSI intende impostare la propria attività attraverso un rapporto leale di collaborazione con le Istituzioni del Cantone, le Associazioni di categoria e tutte le entità che, seppure a diverso titolo, sono sensibili ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e ai temi sociali che li coinvolgono. Il tutto riaffermando fortemente la propria posizione di assoluta autonomia politica e confessionale.

Temi sindacali di attualità

Per quanto attiene ai temi sindacali di più stretta attualità, SLSI intende impegnarsi soprattutto nel coinvolgimento diretto dei lavoratori e delle lavoratrici negli organi direttivi e di rappresentanza del sindacato, al fine di renderli sempre più diretti protagonisti nei processi di analisi dei temi sindacali e d’impresa, e nella ricerca delle soluzioni più consone alla loro promozione economica e sociale.

Partenariato sociale

Fermo restando l’impegno totale per la difesa dei diritti del lavoro e della promozione di esso, in parallelo con la tutela del territorio e dell’ambiente, SLSI prende atto delle mutate realtà dell’economia moderna, nella quale la contrapposizione aprioristica “Sindacato e Padronato” risulta antistorica e sterile, intende improntare la sua attività nella ricerca continua del dialogo tra le parti. SLSI ritiene, infatti, che forza-lavoro e impresa debbano concorrere, ognuna nel proprio ambito, al successo dell’attività in cui sono impegnate, tenendo conto del fatto che tale successo possa e debba andare a beneficio di entrambe le parti. Lo stesso spirito deve valere anche nella ricerca di un dialogo costruttivo con le associazioni imprenditoriali, AITI, Camera di Commercio e tutte le istituzioni pubbliche a vario titolo coinvolte nel processo. Ricerca del dialogo sempre e con chiunque, quindi, fuori da ogni contrapposizione ideologica, nel rispetto reciproco e pari dignità.

Aspetti contrattuali, amministrativi e di legge

Ai rigidi steccati burocratici e legislativi imposti predilige la libera trattativa tra le parti, demandando ai partner sociali il compito di pianificare un futuro di concertazione seria, leale e d’impresa etica che assuma le proprie responsabilità sociali di fronte al Paese e verso i lavoratori che sono chiamati ad assolvere un ruolo sempre più importante e decisivo nelle attività e nella crescita delle imprese.

Commissioni paritetiche

La farragine burocratica generata dalle commissioni paritetiche attraverso controlli ripetitivi, spesso senza senso quando non vessatori, è fonte di alti costi e di intralcio per le imprese, mentre si rivelano spesso di sostanziale interesse per le forze sindacali e per le stesse commissioni paritetiche. Va da sé che in tale ambito debba essere aperto un tavolo serio di discussione onde ridefinire le linee guida e le regole future delle Commissioni paritetiche, considerando gli interessi primari dei lavoratori e le mutate esigenze nell’ambito del mercato del lavoro in generale.

 

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