BERNA - In Svizzera c'è carenza di personale qualificato? Non per forza. O meglio, ci sarebbero persone che desiderano rientrare, dopo esserne usciti per vari motivi, nel mondo del lavoro, e che sono anche qualificate, ma i loro titoli non sono sufficientemente specifici e in un certo senso moderni. Inoltre, dopo una certa età, specificatamente i 57 anni, è difficile trovare un posto.
Pascal Scheiwiller è Ceo dell'azienda di outplacement Rundstedt & Partner, che aiuta le persone a orientarsi dopo un licenziamento, e ha ben chiare le dinamiche che guidano il mercato attuale, una sorta di cane che si morde la coda, come spiega a tio. "Le figure professionali stanno mutando rapidamente e chi ha un profilo vecchio cadrà nel dimenticatio". Insomma, non basta una formazione, anche di alto livello, bisogna avere delle specializzazioni moderne. Non è sufficiente avere esperienza, che è comunque un requisito sine qua non: serve quella nello specifico, perchè le aziende non vogliono usare del tempo a formare i nuovi collaboratori per adattarli al loro ramo. Verrebbe da dire, specializzazione estrema anzichè flessibilità e conoscenze generali... Ma chi ha studiato tempo fa difficilmente ha le qualifiche richieste.
E così restano fuori dal mondo del lavoro. Per Scheiwiller, dopo i 57 non si viene più assunti, anche se è convinto che si debba fare qualcosa per cambiare lo status quo.
Dunque, il personale ci potrebbe essere. Viene definito “tasso di carenza di manodopera” il numero di persone che vorrebbero lavorare o lavorare di più, comprende i disoccupati, alcuni lavoratori part time che vorrebbero passare a un grado di occupazione maggiore, delle donne che non esercitavano una professione perchè si sono dedicate alla maternità, e secondo l’Ufficio federale di statistica è a oggi dell’8,7%.