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29.09.2019 - 10:000
Aggiornamento: 11:43

La prima allieva di Meneguzzi a XFactor. "Questa esperienza mi ha fatto capire chi mi vuole bene e che posso farcela!"

Matilde Ardemagni ha 17 anni, di sé dice che senza danza, recitazione, canto e pianoforte non si sentirebbe una persona completa e sogna "di cantare in un grande concerto o realizzare un film importante. Sembro una che sa la tira, ma è autodifesa"

MENDRISIO – È giovanissima, ma la passione per tutto quello che è artistico, dalla danza alla recitazione sino a musica e pianoforte, le ha già fatto capire che, per sentirsi una persona completa, sarà quella la strada da intraprendere. Matilde Ardemagni ha stregato i giudici di XFactor interpretando ‘Stronger than me’ e si racconta senza nascondere ansie e un’autostima che difficilmente si alza, come molte 17enni, anche se il talento è innegabile. Basta chiedere a Malika Ayane o Paolo Meneguzzi, per esempio…

Raccontaci qualcosa di te…

“Sono Matilde, ho 17 anni e frequento il liceo di Mendrisio, sono in terza. Ho una sorella e vivo a Stabio. Ho sempre fatto musica. Giocavo a pallavolo, ma non era la mia passione, e mi sono dunque concentrata sulla musica, al conservatorio con canto e violino. Quando Pablo (Meneguzzi, ndr) ha aperto la sua scuola mi sono iscritta subito a canto e recitazione poi l’anno dopo anche pianoforte e danza. Nei cinque anni ho partecipato a due musical e a un progetto di film che uscirà nel 2021”.

Parli di Meneguzzi, mi è stato detto che sei stata una delle sue prime allieve. Che importanza ha per te?

“Sono stata la prima in assoluto, mi hanno anche premiata per quello. Mi ha aperto molte porte, anche quella di XFactor. Le audizioni si sono svolte a Mendrisio, Paolo mi ha chiesto se volevo provare, ho tentato, non pensavo di passare. Sono stata invece richiamata…”

Chissà che emozione!

“Ho pianto! Ero a casa, ho ricevuto questa chiamata da un numero italiano, ho pianto, gridato, anche i miei che erano con me si sono emozionati”.

Com’è stata invece l’ultima audizione, quella che ti ha permesso di accedere ai bootcamp?

“Sono andata a Torino ed ho aspettato tutta la giornata. È stata pesantissima, molto stancante, c’era tanta gente, ho dovuto fare foto, interviste, promuovere dei prodottti. Quando è toccato a me ero talmente emozionata che non ricordo bene cosa ho detto o fatto… Ricordo solo che mi sono seduta al piano ed ero talmente concentrata che non ho più pensato al resto. Mi è rimasto in mente il giudizio di Malika Ayane, mi guardava un po’ in un modo come materno, ho capito che le ero arrivata. È sembrato che tutto durasse un secondo. Ho realizzato un paio di giorni dopo cos’è successo! Il mio coach sarà Sfera Ebbasta. Meneguzzi è stato fiero per come ho tenuto il palco, io che sono una persona ansiosa!”.

Sei una ragazza ansiosa?

“Tanto, per la scuola, per qualsiasi cosa. La recitazione mi ha aperto molto, mi sono liberata e mi sfogo ogni settimana con le lezioni. Sono molto estroversa, a scuola devo tenermi tutto dentro, non posso liberare i miei impulsi, mettermi a urlare, ballare, cantare. Durante le mie lezioni posso sfogarmi ed essere me stesse, le devo frequentare per forza”.

Sogni un futuro nella musica?

“Vorrei essere un’artista completa, non solo cantare ma anche continuare con la recitazione e fare tutti i percorsi possibili. Se dovessi pensare di lasciare delle discipline per proseguirne una sola non mi sentirei completa, per cui vorrei intraprendere un’accademia o un’università correlata a questo, continuando gli studi… e chissà, un giorno fare un grande concerto o un film importante!”

Com’è stato il ritorno a scuola dopo l’audizione di Torino?

“Traumatico! Ero talmente in panico che mi sono ammalata, ho fatto una settimana di antibiotici. Sono una persona molto precisa e organizzata, voglio fare tutto bene, a scuola, altrimenti sono ansiosa. L’accoglienza? I professori mi sa che non seguono XFactor perché non mi hanno detto niente! Per quanto riguarda i compagni, queste situazioni servono a capire chi ci tiene e chi ti vuole sfruttare. Non sono nessuno, però mi sono arrivate richieste e domande che non mi aspetto da persone che non mi hanno mai voluto bene o calcolato. Non mi piace molto, a parer mio è falsità e ho compreso chi ci tiene. Ci sono state dieci persone che venivano a casa mia a sostenermi, altri che ritenevo importanti non si sono degnati neppure di dirmi ‘brava’”.

Dunque, al di là della musica, l’esperienza ti ha aiutato?

“Sicuramente mi ha fatto maturare. Ho un’autostima molto bassa, non mi vado mai bene, e con quel che è successo sono riuscita a credere un po’ di più in me stessa. Non ho mai voluto tirmarmela per ciò che faccio, posso sembrare vanitosa ma in realtà è una mia difesa. Adesso ho capito che non faccio schifo (ride, ndr) e che in un futuro posso farcela”.

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