PISA - Una nuova vita, dal jet set e gli eventi patinati alla ricerca, per seguire una sua grande passione, la psicologia. Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, nobile luganese conosciuto per essere un assiduo frequentatore del jet set internazionale, ora sembra averlo abbandonato, se non per eventi ufficiali di rappresentanza della nobilita europea, per lasciare spazio alla sua carriera lavorativa di psicologo specializzando e assistente di una delle psichiatre più conosciute d’Europa, la Dottoressa Donatella Marazziti.
In questa intervista ci racconta la sua nuova vita, fra un congresso, una qualche cena di gala, la ricerca in psichiatria e i progetti per il futuro, dove desidera portare quanto appreso dalla celebre psichiatra (che aveva spiegato a TicinoLibero cosa succede nel cervello quando ci si innamora).
Da dove deriva la decisione di diventare psicologo? Come mai la scelta di dedicarti, prima di iniziare l’attività vera e propria, alla ricerca e perché a Pisa?
"Sono sempre stato affascinato dal cervello umano, dai suoi complessi meccanismi e dagli aspetti biologici e comportamentali di ogni individuo. Questa curiosità, mi ha portato con entusiasmo a laurearmi in psicologia. Fra pochi mesi otterrò la specialistica in clinica e dinamica che mi permetterà di svolgere la professione di psicologo clinico. Anni fa presi una laurea in scienze del turismo e poi un master in criminologia che si abbina molto bene alla psicologia in quanto permette allo psicologo di comprendere ciò che avviene per esempio nella mente di uno psicopatico o di essere a conoscenza dei disturbi psicologici maggiormente legati a condotte criminose e anti sociali. Attualmente insieme alla specializzazione in clinica e dinamica sto ottenendo un’altra laurea in scienze politiche e relazioni internazionali. La ricerca è parte fondamentale di questa professione: grazie ad essa, nuove teorie e nuove scoperte fino a pochi anni fa impensabili ci portano oggi a comprendere meglio come gli aspetti (ambientali, biologici e familiari) possono portare allo sviluppo di un sintomo o di una psicopatologia. Il destino, nel bel mezzo dei miei studi, mi ha portato a conoscere casualmente la Dottoressa Donatella Marazziti che, mi ha preso sotto le sue ali portandomi a Pisa, eccellenza per quanto riguarda la psichiatria e la psicologia clinica. Ero nel posto giusto al momento giusto. Lei è una psichiatra di fama internazionale che circa vent’anni fa, fra le tante cose scoprì la neurobiologia dell’amore ovvero, ciò che succede al nostro cervello quando ci innamoriamo.
Quali differenze ci sono tra l’approccio alla psicologia in generale in Italia e in Svizzera? Che cosa vorresti portare dell’esperienza italiana in Ticino?
"Sicuramente in Italia ho visto un approccio più diretto e soprattutto l’uso massiccio di test psicologici al fine di avere un chiaro quadro psicodiagnostico, fondamentale soprattutto per valutare la personalità di un individuo e capire la gravità dei sintomi. Spero di poter portare in Ticino le mie conoscenze soprattutto legate alla ricerca, aspetto fondamentale di un futuro psicologo clinico. Con il nostro dipartimento di Pisa, sto cercando creare un ponte con la mia terra natia, al fine di organizzare progetti e test a scopo di ricerca".
Sei assistente di una delle più note psichiatre europee, la dottoressa Marazziti, che ha dimostrato le alterazioni neurobiologiche dell’innamoramento, si può sfruttare questo principio innovativo anche nella psicologia, o solo nella psichiatria, attraverso i farmaci?
"Quando ci innamoriamo abbiamo un quadro simile a quello ossessivo compulsivo, perché siamo “ossessionati” dal nostro partner in maniera tale che esista solo lui. Ciò, come ha più volte spiegato la dottoressa Marazziti, è dovuto a un calo di serotonina nel nostro cervello come avviene anche per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, con la differenza che nelle alterazioni neurobiologiche dell’innamoramento dopo tre, massimo sei mesi i livelli di serotonina ritornano normali. Non è un disturbo e non necessita cure farmacologiche o psicologiche a meno che il paziente non presenti già di per sé tratti ossessivi e personalità instabile. Questo studio è importante perché spiega anche come una relazione affettiva può portare all’insorgenza di disturbi psicopatologici come la depressione, l’ansia, la psicosi, lo stalker e a comportamenti anti sociali e auto aggressivi".
Gli studi della dottoressa si incentrano attualmente sulle conseguenze delle guerre e degli attacchi terroristici. Che cosa ha dedotto sinora? Gli eventi mondiali potrebbero portare a una modifica del concetto di intendere la psicologia e di interventi sui pazienti? Si parla di disturbi post traumatici in genere, che si sa possono insorgere per eventi di vario tipo, sia personali che collettivi, o c’è qualcosa di differente?
"La dottoressa ha scritto un libro molto interessante per quanto riguarda il terrorismo e i suoi aspetti psicologici. Abbiamo diverse branche della psicologia come quella della psicologia del terrorismo, in cui il compito è stare vicini alle persone vittime di terrorismo. Eventi catastrofici (guerre, terrorismo, incidenti o una rapina) possono portare allo sviluppo di un disturbo post traumatico da stress (PSTD). Purtroppo in questi ultimi anni, assistiamo a un aumento dei casi a causa della precaria stabilità mondiale: lo vediamo sempre più frequentemente nei pazienti scappati dalle guerre, ad esempio".
Desideri diventare psicologo e lavori con una psichiatra. Quali sono i confini oltre cui secondo la tua esperienza si può agire con la parola o intervenire con un farmaco?
"Uno psichiatra è colui che ha studiato medicina e poi ha fatto la specializzazione in psichiatria e spesso in psicoterapia quindi è un medico, abilitato alla somministrazione di farmaci . Uno psicologo è quella figura che si è laureato in psicologia. Si occupa di diagnosi, prevenzione, somministrazione di test e colloqui clinici in stretto contatto con lo psichiatra, se il paziente ne ha bisogno. Spesso dallo psicologo troviamo persone che hanno semplicemente problemi d’adattamento (la fine di una relazione, la perdita del lavoro…) e non per forza individui con disturbi psichiatrici gravi quali la schizofrenia o la depressione bipolare. In conclusione, i farmaci sono alleati fondamentali ai quali va affiancata la terapia psicologica che permette di indagare ciò che vi è alla base della sofferenza e per base intendo i nostri vissuti, le nostre emozioni e le nostre paure. Il colloquio clinico ci permette di fare un lungo viaggio dentro noi stessi grazie a vari strumenti in possesso dello psicologo il cui fine è il benessere della persona e la prevenzione di eventuali ricadute".
Ora giri il mondo per i congressi e molto meno per eventi legati al jet set. Ti piace questo nuovo modo di viaggiare?
"Viaggiare è una mia grande passione ed è per questo che mi sono laureato in turismo. I congressi, sono importanti per l’aggiornamento, per prendere conoscenza di nuovi studi, nuove terapie e nuovi approcci e anche per relazionarsi con migliaia di medici, psichiatri e psicologi provenienti da tutto il globo con i quali scambiarsi opinioni e contatti. Recentemente sono stato a Barcellona e poi al Parlamento Europeo. Presto, volerò per esempio a Roma e Budapest per rimanere in Europa, per poi spingermi negli Stati Uniti, Tokyo e Messico".