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16.09.2015 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Scontro Robbiani-Fonio. «OCST da Medioevo», «a volte tornarci aiuterebbe a capire certi valori»

Il deputato leghista si scaglia contro l'OCST, che ha fatto ricorso contro l'apertura straordinaria del 27 dicembre. Ribatte Fonio: «C'è poca disponibilità finanziaria dopo le feste, non si possono fornire prodotti freschi, e tre giorni a casa per mogli e madri sono una rarità»

BELLINZONA - Massimilano Robbiani attacca, Giorgio Fonio difende e passa al contrattacco. Il terreno? Non strettamente politico, ma sindacale. OCST ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo contro la decisione del Consiglio d Stato di concedere l'apertura straordinaria del 27 dicembre nel settore delle vendite. «Poco si capisce questa presa di posizione, da chi, dovrebbe in primis difendere il lavoro e non ostacolarlo", tuona Robbiani. «Non di certo tenendo chiusi i negozi, in questo caso ben tre giorni di seguito, il sindacato OCS facilita la salvaguardia dei posti di lavoro, anzi con i suo modo di fare incentiva la disoccupazione". Tre giorni filati di chiusure non gioverebbero neppure ai turisti. "Siamo nel medioevo o in un cantone che deve e dovrebbe essere al passo coi tempi? Troppe domande che sicuramente il sindacato OCST non si è posto, altrimenti non uscirebbe con tali sortite».Attraverso Facebook, Giorgio Fonio, sindacalista OCST, ha risposto ribadendo che dicembre è già un mese impegnativo per chi lavora nella vendita. Scrive di aver parlato con numerosi responsabili di negozi della grande distribuzione, i quali hanno fatto emergere una serie di motivi a favore della chiusura: i budget da spendere dopo le festività non sono elevati, per gli alimentari è difficile fornire prodotti freschi, e tre giorni filati di chiusura sono una rarità nel settore, e sarebbero ben visti dal personale. «Non dimentichiamoci che buona parte de personale della vendita sono donne e madri! Probabilmente ogni tanto avremmo bisogno di tornare veramente nel medioevo, per rimettere al centro delle nostre priorità vecchi valori ormai dimenticati», conclude Fonio.  
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