Politica
01.10.2015 - 19:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Gobbi parlava a nome del Consiglio di Stato?
Il PS critica le affermazioni di Gobbi apparse sulla NZZ, «si faccia chiarezza sulle vere posizioni del Consiglio di Stato»
BELLINZONA - «Le trattative con Roma sono superflue», così dalle colonne della NZZ il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi. E ancora, «anche erché l’accordo sui frontalieri non corrisponde a quanto si aspettava il governo ticinese». Affermazioni che non hanno lasciato indifferente il Partito socialista, che in una nota afferma di essere «sorpreso», chiedendo se queste sono posizioni del governo.
«Preoccupa anche l’affermazione sull’accordo per la tassazione dei frontalieri: abbiamo sempre chiesto che i frontalieri pagassero in Italia le stesse imposte come i loro colleghi che lavorano in Italia. E che il Ticino potesse ricevere una quota più alta di quella attuale dell’imposizione alla fonte», spiega Lepori. «È chiaro che si può sempre ottenere di più. Ma il progetto di accordo di cui si parla soddisfa questi due criteri. Forse qualcuno si è accorto troppo tardi che l’imposizione fiscale in Italia è molto più alta e che quindi i frontalieri dovranno pagare in futuro una parte importante del loro stipendio al governo italiano».
Secondo il PS «il timore, neanche tanto nascosto, di certi ambienti è che non sarà più così facile assumere frontalieri con stipendi bassi, visto che dovranno versarne una parte importante come imposte. Stupisce che sia proprio il consigliere di Stato della Lega dei Ticinesi a tirarsi indietro di fronte a questa proposta, che potrebbe avere qualche influsso sul numero di frontalieri in Ticino. Anche se il salario non è certo l’unico elemento che spinge molti Italiani a lavorare da noi».
Il PS quindi chiede chiarezza sulle «vere posizioni» del Consiglio di Stato in merito alle trattative con l’Italia, «anche per correttezza verso la Confederazione, visto che siamo stati noi a chiedere di includere nelle trattative l'accordo sui frontalieri». Chiarezza che il Partito Socialista chiederà anche in Parlamento.