Politica
05.10.2015 - 09:440
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Beretta Piccoli, «Savoia ha sbagliato a non ascoltare. Ora potrebbe fondare un nuovo Podemos»
Gerri Beretta Piccoli a ruota libera sulle dimissioni di Savoia. Oltre a lui dovrebbero andarsene anche altri. Si era creato un gruppo da "sei con me o sei contro di me" e Gysin è stata trattata male. Sergio cerca voti ma otterrà poco...»
BELLINZONA - Dopo quasi 50 anni di politica, Gerri Beretta Piccoli qualche mese fa aveva annunciato le sue dimissioni. Attivo in Consiglio Comunale a Lugano per i Verdi, ha avuto qualche dissapore con Sergio Savoia, e non usa toni morbidi per commentare le dimissioni a sorpresa dell'ormai ex coordinatore. «Il problema non è lui che va via, ma il fatto che dovrebbero andarsene anche altri. Nel comitato dei Verdi c'è gente che di verde ha ben poco, come Gianella o Denti. Il problema è il dopo... . Savoia sarebbe potuto rimanere fin dopo le elezioni, invece così forse pensa di poter raccogliere qualche voto di qui e di là...». È un fiume in piena, che cerchiamo a fatica di arginare.
Secondo lei, che errori ha compiuto Sergio Savoia?«Sociale e verde erano le cose giuste. Forse si è accordo di non riuscire più a tornare indietro e dire "ho sbagliato". Lui non è un incapace, ha un orgoglio molto grande, per cui difficilmente lo potrà ammettere. Secondo me, ma potrei sbagliare, il suo problema è stato che, non essendo riuscito a diventare il segretario dei socialisti si porta addosso un grande rancore verso di loro, ed ogni volta in cui si poteva collaborare, in passato, e anche ora che il PS aveva bisogno, non ha mai accettato. Si è spostato troppo per potersi congiungere con loro, chiudendosi le porte anche con altri partiti».
I temi dei Verdi sono cambiati.«Sì, ha sbagliato a cavalcare il tema dei "frontalieri che rubano", come la Lega, quando si dovrebbe vedere chi li fa venire (basti pensare a leghisti come Casalini e Bignasca quanti ne impiegano), e chi e perché crea queste industrie. Savoia non ha mai ascoltato cosa dicevano quelli che non erano d'accordo con lui, avrebbe dovuto mettere un momento il piede sul freno e prestare attenzione anche a loro. Ha creato un gruppo dove il dialogo non era possibile, era un "sei con me o sei contro di me". Io, per esempio, sono stato vissuto come un nemico, anche se mi diceva che mi aveva aperto le porte. Si sarebbe dovuto chiedere perché c'erano quelle reazioni (riferito al gruppo capitanato da Greta Gysin, ndr)».
Chi vedrebbe come suo successore?«Si diceva spesso che non c'erano alternative, invece a mio avviso ce n'erano e di valide. Greta Gysin è andata via, ma lei ha la visione giusta, non è chiusa nella sua convinzione di avere ragione. È stata però trattata davvero male, potrebbe fare la coordinatrice, ora vive e lavora a Zurigo, per cui è difficile. Erano persone come lei che si sono ritirate e poi rimesse a disposizione che servivano, è un peccato. Alla fine chi non la pensava come Savoia veniva messo in un angolino, mentre prima di questa situazione c'era un'anima verde, pur con tutte le sue sfumature. Io per esempio non potrei mai collaborare con gente come Merlo, Gianella o Denti. Per tornare nei Verdi dovrebbero andarsene, ma in Gran Consiglio si guadagnano dai 20 ai 40 mila franchi... . Non dico specificatamente loro, ma c'è chi fa questi calcoli».
Cosa riserverà il futuro a Savoia?«Non lo so. O ha un'offerta lavorativa che non si conosce... partitica non credo: la Lega ha già i suoi problemi, il Nano sarebbe riuscito a gestirlo mentre quelli di adesso no, con l'UDC avrebbe ancor meno possibilità. Potrebbe fare l'indipendente o creare un nuovo movimento, magari ispirandosi al gruppo spagnolo Podemos. Se resta nei Verdi, se sarà ancora nel comitato continuerà a influenzare il partito».
Della tempistica con cui ha annunciato la sua decisione cosa pensa?«Avrei aspettato fino dopo le elezioni, dicendo "mi è andata bene", oppure "mi è andata male", ma "il mio tempo è finito." Invece è stato un colpo azzeccato politicamente, pensando che non essendo più Verde potrebbe avere dei voti in più. Comunque, per il Nazionale, senza congiunzioni, è difficile, poiché altri candidati sono in vantaggio, e agli Stati non penso possa battere il suo avversario più vicino, cioè Ghiggia. Insomma, i Verdi ci perdono e lui non guadagna nulla. Davvero peccato che sulle federali non sia riuscito a trovare un'alleanza con nessuno».