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06.10.2015 - 11:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

RSI, il sindacato si arrende

La SSM fa sapere che negozierà un piano sociale per rendere il meno problematiche possibile le ripercussioni finanziarie a chi sarà licenziato. Non si vede, però, determinazione nel salvare i posti

LUGANO - La RSI sarà costretta a tagliare 49 posti di lavoro, facendo la sua parte nelle misure grazie alle quali la SSR dovrà risparmiare 40 milioni di franchi. Il Sindacato Svizzero dei Mass media (SSM) ha diffuso un comunicato dove esprime preoccupazione per «il futuro degli impieghi e dell’offerta radio TV della SSR e contesta che le misure di risparmio vadano a toccare direttamente il core businnes dell’azienda, i collaboratori e le collaboratrici che producono quotidianamente i programmi. Per questo, dopo consultazione del personale, farà tutto il possibile per trovare delle soluzioni alternative che preservino gli impieghi e quindi la qualità del servizio pubblico». Fra le righe, però, pare di leggere come in realtà SSM sia ormai rassegnato alla perdita dei posti lavoro, tanto più che le misure di risparmio, viene sottolineato, non sono causate da una cattiva gestione dell'azienda «ma dalla decisione del Tribunale federale sull’IVA e dall’aumento della quota parte di canone destinata alle emittenti private». Il sindacato, in ogni caso, «adempierà all’obbligo di negoziare un piano sociale che riduca il più possibile le ripercussioni finanziarie sulle persone toccate dalle misure di risparmio». Come a dire, dato che i licenziamenti ci saranno, si farà in modo di renderli il più indolori possibile. I negoziati con la SSR, viene annunciato, inizieranno nei prossimi giorni. Il Comitato nazionale della SSM deciderà in modo più dettagliato fra due giorni le misure da intraprendere.
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