POLITICA
La tassa anti-frontalieri di Zali... la pagheranno i ticinesi
Su 18 milioni che il Consiglio di Stato prevede di incassare ben 12 saranno a carico degli automobilisti ticinesi
BELLINZONA - È uno dei cavalli di battaglia del ministro leghista Claudio Zali, la famigerata tassa di collegamento, che dall'anno prossimo permetterà al Cantone di incassare la bellezza di 18 milioni di franchi. L'anno scorso era stata presentata come una proposta mirata a ridurre il traffico dei lavoratori frontalieri che intasano in particolar modo il Mendrisiotto. Solo che, è emerso ieri durante la riunione della commissione della gestione che sta esaminando la proposta, solo 6 milioni sarebbero effettivamente pagati dai frontalieri. Gli altri 12 milioni sarebbero a carico dei ticinesi.Di fronte alle problematiche emerse la discussione in Gran Consiglio slitterà a gennaio, non senza qualche conseguenza sul preventivo, che invece verrà discusso in dicembre. Senza quei 18 milioni si rischia di innescare il freno ai disavanzi, una misura che quasi tutti vogliono evitare ad ogni costo.Ad essere perplessi sulla tassa sono in particolar modo il PPD e la Destra. «La misura di Claudio Zali è stata venduta come un'ecotassa che permetteva di dare scacco matto al traffico frontaliero. Ma così non è», ha dichiarato chiaro e tondo Fiorenzo Dadò (PPD) al Corriere del Ticino. Gli fa eco Marco Chiesa (La Destra), «la tassa di collegamento non sembra essere quella tanto promessa panacea ai problemi di traffico del Mendrisiotto».
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