Politica
25.01.2016 - 09:490
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Marchesi vuole «il compromesso. Con la Lega o senza, conta raggiungere obiettivi concreti»
Il nuovo presidente dell'UDC invita «chi si riconosce nella nostra linea politica a formare sezioni e liste per le comunali». E sulla fine delle frizioni interne è fiducioso
SORENGO - Il neopresidente UDC, eletto ieri come da pronostico, ha le idee chiare. Con Piero Marchesi abbiamo parlato subito dopo la sua elezione, per capire dove andrà l'UDC del futuro.
Quella del suo sfidante Ambrosini è sembrata più una candidatura in polemica a causa di fratture interne degli scorsi anni. Come nuovo presidente come pensa di ricomporle?«Sono abituato, anche come sindaco di un comune, a cercare il compromesso e ad ascoltare le idee di tutti. Chi vorrà impegnarsi e lavorare potrà dire la sua e cercheremo di trovare una via comune, chiaramente ci dovrà essere da parte di tutti la volontà di collaborare per il bene del partito. Sono piuttosto fiducioso che si possa fare».
Il suo discorso al congresso si potrebbe definire una sorta di ordine di marcia, molto organizzativo. Ma il punto più controverso per il futuro dell'UDC è quello dei rapporti con la Lega. A lungo termine, Blocher aveva detto che essa dovrà confluire nell'UDC... . Qual è la sua posizione?«Io credo che bisognerebbe cominciare a parlare di UDC: bisogna capire come vogliamo riorganizzarci e quali saranno i nostri temi e i nostri progetti. In seguito li porteremo avanti con tutti i partiti disposti a collaborare, non c'è alcuna preclusione nei confronti di nessuno e tanto meno della Lega».
In sala c'era Norman Gobbi, che in dicembre era stato il vostro candidato al Consiglio federale. Di fatto avete dunque un "mezzo" Consigliere di Stato che però in realtà non è vostro, è una situazione un po' particolare, non crede?«Penso che ai ticinesi interessino i risultati, di poter raggiungere degli obiettivi concreti, e se ciò si realizza con l'UDC da solo oppure in collaborazione con altri partiti e con la Lega fa parte dei giochi dell'organizzazione di un partito. Ai ticinesi dobbiamo dimostrare di essere capaci di far qualcosa, e l'importante è questo».
Per le elezioni a livello comunale il ruolo di un presidente cantonale è sempre difficile, ma il prossimo impegno elettorale è quello di aprile, quale messaggio lancia ai vari Comuni dove l'UDC a volte c'è e a volte no, con la Lega o senza?«Per esempio, io a Monteggio sono stato eletto su una lista civica, non c'è il timbro UDC e Lega-UDC. Diamo piena libertà a tutte le sezioni comunali e ai membri dell'UDC a livello comunale di organizzarsi come meglio credono, per sfruttare il più possibile il potenziale elettorale. È chiaro come negli ultimi anni abbiamo visto che anche nei comuni sono cresciute le percentuali a favore dell'UDC, e questo è un invito a chi è presente sul territorio e condivide la nostra linea politica a darsi da fare per creare sezioni e presentare delle liste».
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