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29.01.2016 - 16:430
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Alessandra Noseda, «il sergente non è razzista. Ha solo detto che ciascuno deve stare con la sua cultura»

La leghista difende Imperiali. «Razzismo è dire che una razza è superiore alle altre e lui non lo ha fatto. La politica sembra voglia distruggere la nostra sicurezza»

BELLINZONA - «Ma piantiamola con i perbenismi, i gridolini scandalizzati, i mostri in prima pagina». Comincia così un post pubblicato sul profilo Facebook dell'ex UDC, ora leghista (candidata al Consiglio nazionale alle scorse federali), Alessandra Noseda, che difende il sergente indagato per razzismo (leggi qui). «Sono a favore della libertà di opinione. Ciò che mi ha dato fastidio sono state le levate di scudi davvero sproporzionate. Sono andata a leggere i suoi post, e devo dire che io, che sono anti-fascista e anti-nazista, sono stata infastidita dalle foto di Mussolini e Hitler, ma in quello che ha scritto non c'è traccia di razzismo, per cui l'accusa mi dà ancora più fastidio di quanto lui ha postato. Viene barbaramente calpestata la libertà di espressione. Del resto, la nostra società sta andando verso una direzione terribile, se si pensa che i cosiddetti capi di Stato illuminati calpestano i diritti popolari ed hanno perso il senso di essere amministratori della volontà popolare. C'è la Merkel che con il suo buonismo sta facendo disastri dappertutto, i nostri stessi politici, Simonetta Sommaruga in testa, aprono le frontiere. Stanno innescando una bomba sociale che porterà il sorgere di certi personaggi: mi auguro non venga fuori un nuovo Hitler o un nuovo Mussolini, ma se capitasse la gente potrebbe seguirlo. Il problema non è questo signore che è voce di un popolo esasperato ma i politici che permettono di instaurarsi di situazioni allucinanti».Quindi vede una politica inadeguata e una possibile deriva verso movimenti nazisti o fascisti?«Verso una dittatura. La stessa società che leva gli scudi e vuole licenziare il sergente tollera in Parlamento gente che porta falce e martello (i comunisti, ndr), che ha fatto decine di milioni di morti e continua a farli. Si è perso il senso delle cose. La società colpisce Imperiali e nel contempo tollera altri, portatori di un'ideologia assassina». Secondo lei, le accuse verso Imperiali sono quindi ingiuste?«Il signor Imperiali non ha inneggiato al fascismo. Dice che vuole le espulsioni di massa, nel senso dei criminali, vuole ripristinare i controlli alle frontiere, che l'Europa si disunisce, fatto che sta accadendo perché la popolazione non desidera più una situazione di questo tipo. Vuole che ognuno stia a casa propria. È stata accusato di razzismo perché dice "gialli con gialli, neri con neri, musulmani con musulmani", ma questo non è razzismo. Non dice che i gialli sono superiori ai neri o che i musulmani sono inferiori ad altri. Il razzismo è quando si afferma che una razza è superiore a un'altra, non l'ammissione che esistano le razze. Il signore non è razzista, ha solo detto che vuole che ciascuna popolazione si trovi con la sua cultura. Esistono culture diverse, non una superiore all'altra ma diverse».Secondo lei, essendo il signor Imperiali un poliziotto che dovrebbe difenderci, deve seguire regole diverse dagli altri nell'esprimere la sua idea?«Non sono di questo parere. Mi sento molto meno protetta da qualcuno che apre le frontiere come i nostri politici, piuttosto che da uno che esercita il lavoro di poliziotto e esprime idee che sono personali e da libero cittadino, dove dice che vorrebbe chiuderle. Lui è anche un libero cittadino, e deve fare come gli altri. Poi le nostre autorità non solo non sono in grado di difenderci ma sembra che abbiano un disegno per demolire la nostra sicurezza, per cui la gente reagisce. E il fatto che sia stato detto da un sergente, una persona che vede, denota che la situazione è grave».Parla di condanna dei comunisti e di libertà di espressione. Se ci fosse un movimento che inneggiasse apertamente a ideologie fasciste o naziste, che cosa direbbe?«Inneggiare apertamente a un'ideologia facente parte di un regime assassino non è libertà di parola. Lo è esprimere una propria idea, non inneggiare a qualcosa che appartiene a qualcun altro e che poi ha portato alla distruzione. Se mi dicono "riapriamo i forni per metterci gli ebrei" è apologia al nazismo, ma se uno dice "ciascuno a casa propria" non lo è, è una propria idea, anche se il principio faceva parte del nazismo. Se un regime esprime un'idea che ha qualcosa in comune con quella concepita spontaneamente da un cittadino non è disdicevole».Nel suo post accusa di naziamo la campagna dell'UDC "Bala i rat".«Mi ha molto disturbato quella campagna, essendo sensibile alla questione ebraica e mi ha dato fastidio che abbiano utilizzato i topi. C'era il topo di Verbania, il frontaliere che veniva a scavare il tunnel del Gottardo e quando Rusconi ha concepito la campagna era morto da qualche giorno proprio un frontaliere nel cantiere di Sigirino, dunque la cosa mi aveva fatto inferocire. Hitler aveva fatto la stessa cosa con gli ebrei, paragonandoli a topi, ma credo che non tutti siano a conoscenza dei fatti... ».
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