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04.05.2016 - 12:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PPD al PLR. «Non cediamo a ricatti». Si parla solo della tassa di collegamento?

I pipidini si dicono preoccupati per i trasporti pubblici, sottolineano il cambio di strategia liberale sulla tassa di collegamento, e allargano il discorso

BELLIZONA - La retromarcia del PLR, che dopo averla sostenuta in Parlamento ora sceglie di schierarsi contro la tassa di collegamento, fa dire al PPD (che ha lasciato libertà di voto ai suoi elettori sul tema) che «le preoccupazioni espresse dal nostro gruppo durante il dibattito parlamentare sono più che fondate: il finanziamento del trasporto pubblico in Ticino è seriamente a rischio». La nota parte dai 54 milioni tagliati da Zali sul credito per il trasporto pubblico. «La maggioranza liberal-leghista, all’origine di questa proposta sconsiderata, ha sostenuto con forza questo taglio spiegando che quei 54 milioni li avrebbero messi direttamente i ticinesi pagando la tassa di collegamento». Il PPD, si ricorda, aveva proposto, dopo essere stato l'unico a essersi opposto a un taglio ritenuto «irresponsabile», di attendere il voto del 5 giugno (nella foto, il capogruppo Fiorenzo Dadò). «Il Gruppo PLRT si è opposto con veemenza alla proposta di rinvio, pretendendo di calare lezioni di coerenza e responsabilità». Ma ora lo stesso partito liberale ha fatto dietrofront, dato che «ha deciso di fare campagna contro la tassa di collegamento, lasciando con il cerino in mano a Socialisti, Verdi e all’establishment leghista. La decisione del PLRT – che con una mano taglia il finanziamento al trasporto pubblico e con l’altra vota contro la tassa che esso stesso aveva usato per giustificare il taglio di 54 milioni – è la dimostrazione che le preoccupazioni espresse dal Gruppo PPD durante il dibattito parlamentare sono più che fondate». Dunque, si esorta il Consiglio di Stato a evadere un'interpellanza degli stessi popolari democratici sul tema del finanziamento pubblico. Infine, però, si allarga il discorso: non solo la tassa di collegamento, ma tutta la manovra finanziaria. Cattaneo ha detto al Comitato Cantonale che si era votato sì alla tassa in Gran Consiglio di fronte a un vero e proprio ricatto. «Il Gruppo PPD non si è mai piegato ai ricatti e non intende farlo neanche in futuro; il Gruppo PPD si aspetta quindi che nella discussione sulla manovra di rientro il Gruppo PLRT – seguendo le parole del proprio Presidente – abbia il coraggio di smarcarsi da una certo complesso di sudditanza e sia disposto a discutere le singole misure in modo puntuale, non come è avvenuto in occasione del Preventivo 2016 e, appunto, della Tassa di collegamento. Il PPD – come sul trasporto pubblico – si assumerà le sue responsabilità come Partito di Governo ma non sarà disposto ad accettare acriticamente pacchetti preconfezionati e tantomeno a votare provvedimenti "a scatola chiusa" contrari all’interesse dei cittadini ticinesi». C'è una volontà, quindi, da parte pipina di contestare qualche misura della manovra finanziaria, e chiede ai liberali (e, sottinteso, agli altri), di non votare secondo un clima di ricatto? «La tanto auspicata collaborazione al centro, lanciata dal presidente Cattaneo, potrebbe cominciare proprio da qui», termina la nota.
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