Politica
05.05.2016 - 07:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Il Dadò furioso spara su «Attilio Bignasca, Zali, i loro ricatti e quell'alleanza con il PLR»
Il capoguppo PPD scatenato. «Il comitato cantonale del PLR ha sconfessato questo modus operandi. E ci hanno dato degli incoerenti: ora dove trovano i 54 milioni per il trasporto pubblico?»
BELLINZONA - È un Fiorenzo Dadò scatenato quello con cui parliamo, partendo dal comunicato di ieri del PPD. E dalla tassa di collegamento il discorso scivola ben presto sul Governo, sulla Lega e sui ricatti.
In fin dei conti, nonostante abbiano cambiato opinione, il no del PLR non vi scontenta... ?«La premessa è che ogni partito e ogni comitato, la vera democrazia che i tanto vituperati (dalla Lega) partiti storici hanno, al contrario del movimento di via Monte Boglia, non ci dispiace. Anzi i comitati devono poter decidere in piena libertà come è stato nel caso del nostro e del Partito liberale. Non ci fa né piacere né dispiacere la loro scelta, ciò che vogliamo mettere in evidenza è un aspetto di cui nessuno parla, ovvero il taglio di 54 milioni sul trasporto pubblico. Noi eravamo già scettici in Commissione, abbiamo firmato il rapporto con riserva aspettando rassicurazioni in Gran Consiglio; non solo non le abbiamo ricevute ma dal Consigliere di Stato e dal relatore leghista è stato detto che non sarebbe stato possibile recuperare i 54 milioni all'interno del Dipartimento del territorio. Il taglio, dunque, ci sarà: abbiamo chiesto un ritorno in Commissione, per decidere dopo la votazione. Apriti cielo! I relatori dei liberali ci hanno dato degli incoerenti, ed è per quello che oggi abbiamo reagito. Hanno sostenuto la tassa, hanno detto che i 54 milioni arriveranno da lì, dandoci degli incoerenti e degli irresponsabili. Noi oggi abbiamo votato 54 milioni di tagli! E il loro comitato li ha smentiti, dove andranno a prendere i soldi?».
Però voi parlate di un'alleanza liberale-leghista, per cui potrebbe crearsi una crepa, no?«Essa è nata il giorno dopo le votazioni, in Consiglio di Stato e ancor di più si riversa in Gran Consiglio, è lì da vedere: per esempio, sul preventivo e in particolare sugli aspetti finanziari. È un'alleanza fatta di ricatti e paure, noi diamo fastidio perché ci sottraiamo a questo tipo di discorso. Diamo noia alla Lega perché lo denunciamo ma anche al PLR perché sottraendoci al diktat e alla sudditanza al partito di maggioranza relativa loro vengono portati allo scoperto. E la cosa infastidisce anche il loro partito, e lo si è visto al Comitato cantonale, dove la decisione va intesa anche come un no alla sudditanza. Hanno sconfessato tutto il gruppo e il Consigliere di Stato, non cosa da poco».
Se abbiamo interpretato bene, il testo non si riferisce solo alla tassa: ci sono misure della manovra che siete pronti a contestare?«Già il giorno dell'incontro col Governo e i partiti abbiamo avuto discussioni con Attilio Bignasca, perché si è cominciato a ricattare, dicendo che se non passerà la tassa si opporranno a questo e quello. Per me possono opporsi a ciò che vogliono, non è un problema nostro ma semmai di tutto il cantone: se il partito che dovrebbe trainare il cantone si oppone e non è in grado di fare proposte serie per risanare le finanze non è colpa nostra, e per ora non ho visto proposte serie. Valuteremo misura per misura, alcune andranno bene, altre saranno da modificare e altre da sostituire: se c'è la disponibilità di tutti a fare un discorso serio affronteremo il risanamento delle finanze con serietà. Ma è chiaro che non facciamo ricatti e non li subiamo. Il metodo del ricatto non appartiene alla Svizzera e al Ticino, non siamo disposti a tollerarlo, e siamo convinti che la maggior parte dei ticinesi non vi si riconosce. Si può discutere tutto, con opinioni diverse, ma nessuno mi ricatta. E bisogna smettere di dileggiare le persone».
Parlate di clima di ricatto, il destinatario è solo la Lega? «Non bisogna più dire la Lega ma Attilio Bignasca e Claudio Zali, perché citando la Lega si includono persone come Borradori e Foletti, per fare due nomi, con le quali ho ottimi rapporti, che hanno dimostrato di saper governare senza bisogno di ricattare. Invece un altro gruppo, capitanato da Bignasca a Zali, usa il ricatto, che io e il PPD non tolleriamo. Ogni volta che c'è qualcosa che portano avanti loro spingono all'eccesso le discussioni, quando perdono fanno il Calimero, ovvero la colpa è sempre degli altri e tutti ce l'hanno con loro. Un atteggiamento che va bene per bambini e adolescenti ma non quando il popolo ti dà le responsabilità. Ci sono persone serie che riescono a convincerci anche nella Lega».
Dell'unione al centro si parla da tempi, Lombardi ha detto che spera si muovi qualcosa, nel comunicato l'avete citata: ma ci credete davvero?«Io voglio collaborare con tutte le forze serie che hanno voglia di lavorare per il paese. Con una parte dei liberali può esserci intesa in via naturale, ma io sono disposto a lavorare sia con la sinistra che col centro destra. Attualmente un'unione strategica al centro in senso vasto non c'è, il Ticino non è pronto. Ci sono affinità e politici in tutti e due i partiti non sono più ancorati alle idee ottocentesche, dunque vanno d'accordo e trovano soluzioni. Purtroppo c'è un residuo anacronistico, e lì si fa fatica, è difficile conciliare le posizioni. Personalmente con i liberali non ho preclusioni: con loro lavoro bene in Vallemaggia, perché non dovrei poterlo fare a livello cantonale? Ma se devo dire qualcosa lo faccio: mi sono sentito dare dell'incoerente e non vedo perché ora dovrei tacere, lo affermo davanti al paese come hanno fatto loro».