Politica
20.05.2016 - 11:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Il j'accuse di Regazzi ai sindacati. «Sono barricaderi e demonizzano gli imprenditori»
Durante l'assemblea di AITI, si è parlato delle tensioni con i sindacati. Il presidente: «smettiamola con questo gioco al massacro a scapito dei nostri imprenditori. Scelgano se vogliono collaborare o no».
LUGANO - Ieri si è tenuta a Lugano l’assemblea dell’Associazione industrie ticinesi (AITI), e da parte del presidente Fabio Regazzi sono volate parole pesanti nei confronti dei sindacati.
«Alcune frange sindacali, soprattutto di UNIA, si ostinano a demonizzare gli imprenditori e non fanno distinzioni fra chi si comporta correttamente, la stragrande maggioranza, e quella minoranza che invece non rispetta le regole. Tutti gli imprenditori ai loro occhi sono colpevoli. Parlano, a mio giudizio a sproposito, di far west imprenditoriale senza fare alcun distinguo» La situazione, per Regazzi, è totalmente diversa. «In Ticino abbiamo oltre 200 mila posti di lavoro, ma gli abusi certificati sono una frazione infinitesimale. Smettiamola con questo gioco al massacro a scapito dei nostri imprenditori».
Con i sindacati è stato avviato un tavolo di discussione, ma le tensioni rimangono. «Decidano questi sindacalisti barricadieri se intendono continuare a condurre battaglie di retroguardia, oppure se vogliono contribuire con noi alla crescita del Paese. Da noi la porta è sempre aperta, ma per collaborare occorre essere almeno in due», è l'invito di Regazzi.
Il presidente ha anche parlato della preoccupazione di AITI per il ruolo assunto dallo Stato e dalle sue aziende autonome e ha invitato a votare no alla tassa di collegamento il prossimo 5 giugno, segnale di un Governo «che sa agire solo a colpi di balzelli e imposte».