Politica
17.06.2016 - 10:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
I dipendenti BSI, «EFG, negoziamo un piano sociale. FINMA, fuori i nomi»
Si è tenuta la prima assemblea del personale della banca dopo l'acquisizione della EFG e lo scandalo del fondo malese. Natalia Ferrara Micocci spiega che cosa chiede la risoluzione adottata all'unanimità
LUGANO - Ieri 600 dipendenti della BSI si sono riuniti al Padiglione Conza di Lugano nella prima assemblea del personale dopo l'acquisizione da parte di EFG e lo scandalo del fondo malese.
Oltre alle persone presenti in sala, altre erano collegate in streaming da altre sedi ticinesi e da quelle di Zurigo e Ginevra. Per Natalia Ferrara, responsabile del segretariato ticinese dell’Associazione svizzera impiegati di banca (ASIB), la vera BSI era quella, ed è uscito l'orgoglio dei dipendenti, come ha sottolineato ieri in un collegamento alla RSI.
Nelle due ore di assemblea, è stata adottata all'unanimità una risoluzione. «Una delle richieste è che EFG aderisca quanto prima alla Convenzione che regola le condizioni di lavoro degli impiegati di banca, ossia il contratto collettivo di categoria», ha spiegato Natalia Ferrara, dato che la EFG non ha ancora firmato né ha ancora detto di essere intenzionata a farlo.
La seconda richiesta riguarda un piano sociale per eventuali dipendenti che perderanno il posto, da negoziare sin da ora. Anche se il CEO di EFG, Straehle, ha assicurato che si cercheranno di ridurre al minimo i licenziamenti, essi ci saranno. «L’obiettivo di risparmio è di 185 milioni, di cui 110 sull’informatica e la differenza sulle attività che sono dei doppioni e sul personale», ha proseguito Ferrara. «Vogliamo il piano sociale indipendentemente dal numero delle persone che saranno coinvolte dalla ristrutturazione, e che si negozi prima che venga data la comunicazione sul numero dei licenziamenti, per avere le condizioni migliori per tutti. I dipendenti non devono essere messi in concorrenza fra di loro, ma devono essere i partner sociali e soprattutto l’ASIB a negoziare le condizioni migliori per tutti».
La risoluzione dà tre mesi di tempo alla EFG per fornire risposte, in modo che i dipendenti possano tutelarsi nel miglior modo possibile. «Se questo non succederà, valuteremo se indire un’altra assemblea e come procedere».
Sono state rivolte anche delle domande alla FINMA. «Desideriamo sapere quali sono gli effettivi responsabili delle vicende a Singapore con il fondo malese, rendendo noti i nomi, in modo che gli altri vengano scagionati da ogni sospetto, e anche sulla questione dei bonus e sulla confisca dei 95 milioni». Inoltre, l'organo di vigilanza è invitato a «pensare a una prima in Svizzera di una riserva per un fondo per il piano sociale dei dipendenti».
Natalia Ferrara si è detta soddisfatta anche dell'incontro con i vertici di EFG svoltosi l'altro ieri a Zurigo.