Politica
20.06.2016 - 13:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Quadranti, «la commissione scolastica non sarebbe parziale, che il dossier non vada lì»
Il deputato PLR chiede che il tema dell'insegnamento di storia delle religioni sia di competenza di altre commissioni. «La scolastica ha fatto sapere a tutto il Cantone a mezzo stampa cosa ne pensa»
BELLINZONA - È giusto che sia la Commissione scolastica a occuparsi del tema della scuola delle religione, soprattutto dopo aver espresso chiaramente il suo parere? Matteo Quadranti, che è tornato alla carica sull'argomento presentando una soluzione che preveda il doppio binario, con un insegnamento obbligatorio di storia delle religioni e uno facoltativo di religione, chiede che il dossier vada alla Commissione della legislazione o quella della costituzione e diritti politici.
«A mio modo di vedere bisogna innanzitutto porsi il quesito preliminare, quindi anche o soprattutto costituzionale, a sapere quale dei due modelli oggi proposti dalle due iniziative (“a doppio binario” o cosiddetto “misto”) rispetta o meno, o comunque rispetta di più la Costituzione federale e quella ticinese. Questo è un elemento cardine per poter poi affrontare in modo corretto ed imparziale il resto dei contenuti delle iniziative. Le Commissioni Costituzione o quella della legislazione a cui propongo vengano assegnate le iniziative mi paiono essere più in grado, o se volete per non offendere nessuno, più mirate per le loro competenze (nel senso dell’art. 32 cpv. 2 LGC) ad affrontare la questione costituzionale», è il primo motivo della richiesta.
«La Commissione scolastica aveva e pare aver già, almeno in una maggioranza dei suoi commissari, manifestato la propria preferenza verso uno dei due sistemi, quello “misto”, tanto è che diversi di essi hanno sottoscritto l’iniziativa Dadò (Polli, Guerra, Ortelli, Morisoli, Pellanda) ed altri non hanno fatto mistero della loro preferenza. Mi chiedo come peraltro abbiano potuto farsi un’idea della mia nuova iniziativa visto che non era pubblicata (nella sua integralità) prima della presentazione dell’Iniziativa Dadò. Se ci trovassimo in un sistema “giudiziario” tale Commissione (o maggioranza della stessa) sarebbe da “ricusare” perché di fatto ha già anticipato il proprio “giudizio” e vi sarebbero dei conflitti d’interesse tra commissari e firmatari dell’iniziativa Dadò», attacca poi. «Come indicato il mio parere è che mandare/rimandare le due iniziative sul tema della storia delle religioni alla Commissione scolastica quando questa ha già fatto sapere a tutto il Cantone e a mezzo stampa cosa ne pensa e quale sarà l’esito, mi pare esercizio alibi, spiccio e quindi non mi dà l’impressione che la questione venga rivalutata e riconsiderata con nuovi occhi. In breve non mi pare esercizio sufficientemente democratico e trasparente. Osservo che non mi consta che la tematica costituzionale – soprattutto nell’ottica dei due modelli a confronto - sia mai stata affrontata in quella commissione tanto è che in nessuna presa di posizione pubblica è stata accennata. Oltre a ciò seppur elemento forse secondario, il sottoscritto che aveva ripreso la precedente iniziativa Sadis nemmeno era stato mai convocato dalla Commissione scolastica per essere sentito: ciò che di regola andava semmai fatto all’inizio e non certo e forse quale ultimo atto “istruttorio”. Ritengo che questo costituisse una violazione dell’art. 109 LGC. A mio modo di vedere quindi solo un’altra commissione - per questo caso specifico - potrà fornisce sufficienti garanzie».
Il punto principale, ovviamente, è questo. Quadranti ne indica anche un terzo, «mi pare infine che la Commissione scolastica abbia già ritenuto di ritenersi più qualificata professionalmente in materia di insegnamento, metodiche e contenuti dell’insegnamento, di quanto non sia l’Autorità Universitaria alla quale questo Cantone ha deciso di affidare la formazione dei docenti: la SUPSI, il suo DFA».
Dunque, le due iniziative dovrebbero andare alla Commissione costituzione e diritti politici o a quella della Legislazione.