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23.06.2016 - 09:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Due iniziative, due controprogetti che piacciono al Parlamento: urne, a voi

In Parlamento passano i controprogetti sia per "Prima i nostri" che per "Basta con il dumping salariale in Ticino". MPS scontento: «cosa sono 10 milioni per migliorare il mercato del lavoro in Ticino?»

BELLINZONA - A prendersi la scena ieri in Gran Consiglio sono state due iniziative popolari, già al centro di svariati dibattiti e dunque note a tutti: "Prima i nostri", dell'UDC, e "Basta con il dumping salariale in Ticino" dell'MPS. Il lavoro, in ogni caso, al centro: la necessità di dare una mano alla manodopera indigena da una parte, e quella di combattere il dumping dall'altra. Per entrambe, sono stati proposti dei controprogetti, e in tutti e due i casi il Parlamento (con la procedura d'urgenza dato che i testi erano stati presentati oltre i tempi stabiliti) ha optato per questi ultimi. Sarà, comunque, il popolo a decidere, a settembre o a novembre: i promotori, nonostante ponessero l'accento sull'importanza dei loro temi, probabilmente preferirebbero evitare una campagna in piena estate. "Prima i nostri" chiede, come ben si evince dal titolo, la preferenza di ticinesi e residenti per l'accesso al mercato del lavoro. Il controprogetto, targato PPD-PLR, è passato con 34 sì e 26 no e sostanzialmente attenua l'iniziativa originale, rendendola secondo Fabio Bacchetta Cattori, pipidino autore del secondo testo, «più concreta e attuabile. Da una perizia era emersa una serie di difetti di natura giuridica, che andavano corretti. Ed è ciò che si è fatto con il controprogetto». Non è d'accordo il presidente dell'UDC Piero Marchesi, che ritiene che sia «un’imitazione non così ben riuscita». Concorda con lui Boris Bignasca, che parla di un'iniziativa annacquata, anche se la Lega si è divisa. Il PS ha votato contro. Per Alex Farinelli, capogruppo PLR, il controprogetto è un'evoluzione del testo originale, e inserisce il principio della preferenza ai residenti, indicando al Cantone degli obiettivi sociali come la protezione dei lavoratori dal dumping salariale. Riprende anche gli elementi principali della clausola di salvaguardia "bottom-up" proposta a livello federale dal Consiglio di Stato per l’applicazione del nuovo articolo costituzionale votato dal popolo svizzero il 9 febbraio 2014. Un po' diverso il discorso per l'iniziativa dell'MPS: passa anche in questo caso il controprogetto, che è però distante dal testo originale. PLR, Lega, PPD e PS hanno garantito 60 voti al controprogetto che cambia pure nome, divenendo "Nuova legge per il rafforzamento del mercato del lavoro". Prevede il maggior coordinamento nel mercato del lavoro, professionalizzazione delle Commissioni paritetiche, in cui gli ispettori aumenterebbero di 10, aumento delle unità atte ai controlli sul dumping, che sarebbero 18 in più. Il difetto dell'iniziativa MPS, sostenuta solo dai Verdi (che ritengono che nel controprogetto manchi l'importante parte statistica)? Costa troppo, anche se l'argomentazione non va giù a Matteo Pronzini, che parla di "santa alleanza" che ha votato per il controprogetto, sostenendo che «è a colpi di milioni che si cerca di spaventare i cittadini, ma noi ci assumiamo il costo dell’iniziativa perché crediamo valga lo sforzo». Si parlava di 10 milioni circa per quattro anni, per potenziare di un centinaio di unità chi deve assicurarsi che non ci sia dumping salariale. «Il controprogetto lascia facoltà al Consiglio di Stato di potersi muovere sul mercato del lavoro in modo flessibile e valorizza, professionalizzandole, le Commissioni paritetiche», ha spiegato il relatore Raffaele De Rosa. «Il controprogetto ha il pregio di migliorare il quadro professionale con un costo quattro volte inferiore», ha affermato il leghista Michele Guerra, riassumendo così la necessità di attuare controlli che deve però tener conto della situazione finanziaria difficile dello Stato. Ai cittadini, quindi, la scelta.
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