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14.07.2016 - 11:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Sgravi, Verdi preoccupati. «Servirebbe una valutazione sui costi e benefici dell'attuale struttura economica»

Dopo i socialisti, anche i Verdi esprimono i propri dubbi sulla politica fiscale che vuole proporre il Governo. «Non è ancora stata discussa e approvata la manovra...»

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato, dopo i due giorni di clausura a Cademario, annuncia di voler pensare a degli sgravi fiscali per i redditi alti, al fine di attirarli e poi trattenerli in Ticino. Ieri il PS aveva espresso la sua costernazione, adesso sono i Verdi a dirsi «molto preoccupati». «Il Parlamento non ha ancora discusso e approvato la manovra di rientro di 185 milioni che comporta innumerevoli tagli allo stato sociale, che già il nostro governo pensa di utilizzare i risparmi per alleggerire la pressione fiscale delle aziende e delle persone benestanti, peraltro senza proporre nulla in cambio. Perlomeno il Canton Vaud, ha affiancato la proposta di sgravi fiscali per le aziende ad un pacchetto di misure sociali finanziate per i due terzi dalle stesse aziende», si legge in una nota. «Sembra che i dati statistici non incidano in alcun modo sulla politica economica e fiscale delle nostre autorità», proseguono i Verdi, che poi illustrano «dati che parlano chiaro: se da una parte il numero di aziende è aumentato (tra il 2005 e il 2013 sono state create oltre 15'000 aziende su un totale di 34'400), dall’altra aumenta anche il numero di disoccupati (attualmente siamo al 7% secondo le statistiche ILO) e delle persone in assistenza. Queste semplici cifre dovrebbero indurre il Consiglio di Stato a fare un’attenta valutazione di costi e benefici generati da questa struttura economica, e questo prima di promettere sgravi fiscali a pioggia che vanno a premiare anche le aziende a basso valore aggiunto, che non offrono posti di lavoro dignitosi ai residenti». Per il partito ecologista, «il rischio è che gli sgravi promessi si ritorceranno pesantemente contro tutta la popolazione, sotto forma di ulteriori tagli allo stato sociale, di disservizi, di mancati investimenti nella formazione e di aumento delle tasse causali».
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