POLITICA
Marchesi durissimo, «la Svizzera ha i nemici in casa»
Il presidente dell'UDC ha sparato a zero contro tutti. «La sinistra ci vuole uniformare allo squallore europeo, i partiti di centro venderebbero anche la propria madre»
CAMPO BLENIO - L'UDC ticinese si è riunito a Campo Blenio in occasione della festa nazionale. Il discorso del presidente Piero Marchesi non è stato lunghissimo, ma molto duro verso il mondo politico ticinese: non ha risparmiato nessuno!«La festa del primo agosto è molto importante, un' occasione dove ricordare il passato, analizzare il presente e definire il futuro che è tutto fuorché scontato e roseo, dato che le minacce sono la realtà quotidiana», ha esordito, parlando di «un mondo sempre più globalizzato, in cui i confini solo sulla carte, la libera circolazione mette in ginocchio popolazione e aziende, gli accordi internazionali dovrebbero, secondo alcuni, impedirci di decidere in casa nostra. Anzi, una nazione come la nostra da prendere da esempio per democrazia e valori patriottici, viene vessata nel completo silenzio e nell'impotenza del Consiglio Federale!»Poi è partito con gli attacchi agli altri partiti, in primis i socialisti. «La sinistra vuole uniformarci allo squallore euorpeo facendoci aderire a quel covo di disperati dell'UE, oppure regalare passaporti svizzeri a tutti i cittadini stranieri"» Ci sono anche «i sono partiti di centro che pur di non dispiacere ai propri corrispondenti europei sarebbero pronti a vender anche la madre pur di non disdire gli accordi internazionali, soprattutto quelli sulla libera circolazione che ci sta mettendo in ginocchio. I peggiori nemici li abbiamo in casa, i partiti che a seconda del vento si muovono come le banderuole. Sorrido, per esempio, pensando all'ultima presa di poszione del PPD. L?UDC ha una linea politica chiara e coerente col partito nazionale, lo stesso non si può dire per altri partiti: qui difendono alcun posizioni, a Berna votano al contrario». Parole forti, un j'accuse generalizzato.Non poteva mancare un accenno all'iniziativa "Prima i nostri", in votazione il 25 settembre. «Il mondo del lavoro si è deteriorato e discrimina i ticinesi. È stato importato un tipo di impreditoria che non ci appartiene, dove il ticinese per alcune aziende viene considerato solo in seconda battuta. Se la politica non trova soluzioni non è al suo posto. L'UDC grazie a "Prima i nostri" fornisce delle risposte concrete ai ticinesi, reintroducendo la clausola di salvaguardia indigena. La politica piena di incoerenze, tutti cercano di ostacolare l'iniziativa, tranne Lega. PLR e PPD hanno addirittura proposto un controprogetto, che a parole difende i ticinesi ma in realtà se ne infischia della preferenza idnigena, perché preferiscono soluzioni eurocompatibili. Vogliamo priviligiare chi vive sul nostro territorio, anche mettendo in discussione la libera circolazione. Questa è l'ultima ancora per salvare il mercato ticinese, e non ci faremo infinocchiare da Vitta e dai partiti storici!».Foto tratta dal profilo Facebook di Oreste Pejman
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