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11.08.2016 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Regazzi esulta, «visto, cassandre? La disoccupazione scende grazie al senso di responsabilità delle imprese»

Il presidente dell'AITI è soddisfatto dei dati SECO sulla disoccupazione e loda le imprese. «In molti presentano un mercato del lavoro popolato da imprese approfittatrici della manodopera. Ma non è così»

BELLINZONA - In questi giorni si fa un gran parlare di disoccupazione, ancor più del solito. I dati SECO hanno parlato di un Ticino che è sceso, per la prima volta dal 1982, sotto la media nazionale. In molti contestano i numeri della Segreteria di Stato dell'economia, su tutti Michela Delcò Petralli, consapevole che non fotografano l'intera situazione, mentre altri, a partire da Vitta, si rallegrano. In un articolo scritto per il Corriere del Ticino, esulta anche Fabio Regazzi, presidente dell'Associazione Industrie Ticinesi (AITI). Per la categoria questi dati sono una sorta di rivincita, fa capire, contro chi punta il dito sulle aziende, dando al loro operare la colpa dei problemi del Ticino. «La chiave per risolvere le difficoltà economiche e continuare a creare benessere per la popolazione non risiede infatti nella colpevolizzazione generalizzata degli imprenditori ticinesi a causa di poche mele marce o in decisioni politiche che penalizzano inutilmente le aziende, bensì nel deciso sostegno a chi fa impresa in maniera sana e lungimirante», scrive infatti, riprendendo quanto detto ieri da Vitta: «l’economia cantonale mantiene un’elevata capacità di creare posti di lavoro ed è doveroso riconoscere agli imprenditori ticinesi la loro capacità competitiva e l’impegno nel cercare di garantire un futuro alle proprie aziende e ai posti di lavoro dei propri collaboratori. È altresì un impegno dell’autorità quello di trovare il giusto equilibrio fra la necessità di preservare il mercato del lavoro da pratiche illegali e l’assoluta necessità di rafforzare la dinamicità della nostra economia». Parla di strategie e di futuro, Regazzi, perché nonostante i dati rallegranti, «l’economia ticinese è di fronte a sfide importanti sia in termini di accesso ai mercati internazionali sia dal punto di vista dei salti tecnologici oramai imprescindibili». Le lodi alle imprese si moltiplicano. «Ogni persona senza lavoro è di troppo, ma le nuove cifre della disoccupazione in Svizzera pubblicate l’altro ieri, il 9 agosto, smentiscono, ancora una volta, tutte quelle cassandre che si ostinano a dipingere un’economia ticinese fatta d’imprenditori che sfruttano la manodopera e di un mercato del lavoro fuori controllo» esordisce, per poi proseguire: «la riduzione della disoccupazione in Ticino, se consideriamo le già citate difficoltà congiunturali delle imprese, va letta come la testimonianza più diretta del senso di responsabilità degli imprenditori, che si battono per mantenere i posti di lavoro e possibilmente incrementarli». E infine, per chi non avesse capito, «i dati sulla disoccupazione appena pubblicati spazzano via i pareri polemici di molte cassandre che si ostinano a descrivere in maniera negativa e sprezzante l’economia cantonale e a presentare un mercato del lavoro popolato da imprese approfittatrici della manodopera. La realtà è ben diversa».
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