Politica
18.08.2016 - 18:200
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
«Farinelli, secondo lei come fa studente a restituire un terzo della borsa di studio?»
Il Sindacato Indipendente Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) contro la proposta di ieri. «I partiti borghesi stanno facendo una crociata contro il diritto di studio: non staremo a guardare!»
BELLINZONA - Dopo il Ministro Bertoli, contro la proposta avanzata ieri da Alex Farinelli di far restituire un terzo dei soldi per le borse di studio già a partire dal Bachelor insorge anche il Sindacato Indipendente Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), che ha reso pubblica la sua posizione con una nota odierna.
«Al pacchetto di risparmio di 180 milioni proposto dal governo, che già prevede nuovi tagli sulle spalle degli studenti ticinesi, potrebbe aggiungersi un ulteriore mazzata per quest’ultimi: oltre alla soppressione dei corsi facoltativi nei licei potrebbe venir introdotto l'obbligo di restituire un terzo di ogni borsa di studio elargita per un bachelor universitario. Portavoce della sopracitata proposta è il deputato liberale Alex Farinelli che ha dichiarato ieri a La Regione che “occorre responsabilizzare chi riceve un aiuto pubblico”: peccato però che quando si parli di responsabilità debbano sempre essere i più poveri a rimetterci, mentre ai ricchi e alle imprese non viene mai chiesto di partecipare ai costi del nostro stato sociale, anzi in questo momento sono proprio Farinelli, Vitta & Co a richiedere nuovi sgravi fiscali per questi gruppi sociali privilegiati!», si legge.
Il SISA si dice «oltremodo sbalordito dall'ipocrisia della classe politica ticinese che in campagna elettorale promette di rafforzare la formazione, che è evidentemente fondamentale per migliorare l'accesso dei giovani al mondo del lavoro, ma che ad elezioni concluse non fa che promuovere misure di risparmio che indeboliscono la scuola e il diritto allo studio. Tanto più che provvedimenti di questo genere non potranno che acutizzare la già grave situazione di molte studentesse e molti studenti già oggi in seria difficoltà, anche a causa dello smantellamento del sistema di sussidi allo studio cui abbiamo assistito negli ultimi anni».
La situazione degli studenti, fanno rimarcare, non è delle più semplici. «Il numero di persone cui viene concessa una borsa di studio è in continuo calo (il numero di beneficiari di assegni di studio in Ticino è diminuito di un quarto in soli tre anni, benché le richieste siano aumentate costantemente), e quelle poche che riescono ad ottenerne una e a conseguire un diploma universitario, hanno sempre più difficoltà a trovare un impiego al termine degli studi (il tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO per la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni è più che raddoppiato in 15 anni e oggi sfiora il 18%!). Da qui la nostra domanda: egregio signor Farinelli, secondo lei in un contesto del genere come può riuscire uno studente a risarcire un debito con lo Stato di 10-15’000 franchi e a condurre comunque un'esistenza dignitosa? Non le pare che così si vada a mettere una pesantissima ipoteca sul futuro dei giovani di questo Cantone?».
Infine, «il SISA ribadisce che la scuola e l’istruzione di qualità rivestono un'importanza strategica per la Svizzera e il Ticino in un contesto internazionale di instabilità economica e feroce concorrenza, perciò occorre fornire pari possibilità di accesso agli studi per tutti, e non solo alle famiglie facoltose! E possiamo dirlo fin d’ora: noi non staremo in disparte a guardare mentre i partiti borghesi proseguono indisturbati la loro crociata contro il diritto allo studio!».