Politica
22.08.2016 - 11:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Righini sbotta, «il Mattino con i suoi toni denigratori offende le tradizioni svizzere. Gobbi, intervieni!»
Il presidente del PS prende posizione contro i toni del Mattino sui migranti. «Rispettiamo la polizia e disapproviamo chi insulta le istituzioni e i suoi rappresentanti»
BELLINZONA - Il tema migranti scalda l'estate ticinese, e ieri il Mattino della domenica gli ha dedicato parecchi articoli. In molti, sono stati attaccati i socialisti, definiti "spalancatori di frontiere", accusati di non interessarsi dei problemi dei ticinesi ed anzi di voler infrangere le leggi pur di aiutare i migranti a entrare in Svizzera.
I toni non sono piaciuti al presidente PS Igor Righini, che, seppur avrebbe preferito evitarlo, ha preso posizione pubblicamente sul su profilo Facebook, completato poi da un comunicato arrivato in redazione.
«La società attuale è fatta anche di problemi che vanno risolti insieme. Per affrontarli possiamo contare su una carta comune. E’ la nostra Costituzione che contiene gli intendimenti e i fondamenti della Confederazione, validi per tutti noi: Svizzeri e stranieri, socialisti, leghisti, oppure simpatizzanti di altre forze politiche", si legge nel lungo comunicato «Le frontiere non vanno chiuse con muri invalicabili e tantomeno spalancate al transito incondizionato delle merci e delle persone. La Costituzione federale non comprende né una chiusura né un’apertura incondizionata dei confini svizzeri. Neppure il Consiglio Federale, al quale spetta il controllo delle frontiere, ha previsto un inasprimento delle leggi in vigore. Per affrontare questo tipo di problema serve un’azione decisa dello Stato, nel pieno rispetto della Costituzione e della legge. Il diritto all’asilo sul suolo svizzero è retto da una legge specifica (LAsi), una legge recentemente rivista, che prevede anche una procedura di esame rapida al fine di concedere l’asilo solo a chi ne ha diritto, respingendo chi questo diritto non lo ha. Questa è una decisione del popolo, dobbiamo prenderne atto. Non è questione di soluzioni buoniste, ma di quanto siano necessarie buone soluzioni, attente ai problemi reali e capaci di risolverli».
Parlando della manifestazione di Chiasso, di cui Gobbi si è lamentato, il presidente del PS afferma che «i 20 manifestanti di sabato scorso al confine di Chiasso, che avrebbero avuto parole dure contro le guardie di confine ed il capo delle istituzioni Norman Gobbi, non bastano per condannare le azioni di un Partito di governo come quello che presiedo. Così come le grida razziste di alcuni scalmanati non sono sufficienti per condannare lo stadio intero. Ma non sono indignato e non mi scandalizzo per tutto questo: disapprovo, semplicemente. Se ieri c’è stato disordine è giusto che ci sia stato un intervento. Uno dei compiti dello Stato è infatti quello di far rispettare l’ordine pubblico. Disapprovo chi insulta le istituzioni e i loro rappresentanti. Mi oppongo a chi denigra le persone e lede la loro dignità, diffamandole. In questo processo non faccio distinzioni politiche, mi aspetto però correttezza e imparzialità. Disapprovo chi insulta e continua indisturbato ad insultare la Nazione, le nostre istituzioni e i partiti politici avversari. Disapprovo chi approfitta della propria carica istituzionale per manipolare dei fatti di cronaca politica, strumentalizzandoli in favore delle proprie convinzioni. Questi metodi hanno il sapore della propaganda di Stato, sono impropri allo Stato di Diritto e sono avversi alla libertà».
«Il PS non si attribuisce il merito di aver aiutato per più di un mese 400 affamati alla porta di casa nostra, fra i quali 100 minorenni. Siano essi migranti economici o meno. Riconosciamo questo merito alla società civile, alle organizzazioni non governative e alla solidarietà di tutte le persone di cuore, svizzere e italiane. Il loro impegno ha permesso a questi migranti di continuare a vivere e sperare. Allo stesso modo il PS non si ritiene responsabile per le parole sconsiderate di alcuni agitatori che potrebbero appartenere a qualsiasi estrazione politica. Anche noi rispettiamo il lavoro della polizia e appoggiamo le guardie di confine. Conosco alcune persone che vi lavorano e le stimo; non ho motivo per dubitare della loro onestà né di quella dei loro colleghi. Così come sono con il capo delle istituzioni di questo Paese quando nell’esercizio del suo dovere afferma di amare la Svizzera e il Ticino. Anch’io, amo il mio Paese e il nostro cantone. Conosco le nostre tradizioni. Rispetto i ticinesi e l’intero Ticino, anche quello di destra», prosegue la nota.
Righini ribadisce che un problema, per essere risolto, va conosciuto, e per questo i rappresentanti socialisti sono andati a Como.
«Oltre all’amore per la Patria, il senso dell’ordine e della disciplina, dal capo delle nostre istituzioni attendo anche maggiore ponderazione e oggettività, senso della misura, delle opinioni proporzionate alle necessità e delle decisioni di assoluta imparzialità», continua Righini. «Il Partito Socialista non insinua e non pretende che né il capo del Dipartimento delle istituzioni né il movimento di maggioranza relativa in governo siano responsabili per la tragedia umanitaria dell’attuale fenomeno migratorio e dei morti che porta con sé, dunque mi aspetto che il movimento al quale lo stesso Consigliere di Stato appartiene agisca in ugual modo. Il rispetto della dignità delle persone vale sempre, per tutti e ogni “Mattino”»
Poi si è rivolto a Gobbi. «Mi dirigo direttamente a lei, gentile Consigliere di Stato: costruire un mondo di falsità per legittimare l’azione politica del vostro movimento e gettare nel discredito chi non la pensa come voi non giova affatto al bene comune. Tra di noi ticinesi. Da vallerano a vallerano. Dia voce al direttore dell’organo del movimento al quale appartiene ancora. Servirebbe esprimersi in modo veritiero, con contegno, nel pieno rispetto della dignità delle persone e delle loro famiglie. Perché è proprio questo fare bugiardo, irrispettoso e denigratorio a offendere le nostre tradizioni nazionali, basate sulla verità, la lealtà e il rispetto reciproco»
La contrapposizione PS-Lega, quest'estate, è più forte che mai.