Politica
28.08.2016 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Pronzini, «amministrazione pubblica e apprendisti, non è vero che va tutto bene»
Il deputato MPS chiede che gli apprendisti diventino il 5% degli impiegati (percentuale necessaria a un'azienda per accedere alle commesse pubbliche) e che le ragazze possano cimentarsi con settore "maschili"
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato faccia di più per gli apprendisti, in particolare faccia in modo che «il numero degli impieghi d’apprendistato presso l’amministrazione pubblica corrisponda ad almeno il 5% del personale», che «il ventaglio di posti di formazione venga esteso in modo sensibile, coinvolgendo molte altre professioni presenti nell’amministrazione cantonale»
ed «elabori e metta in pratica una politica di discriminazione positiva che permetta alle giovani donne di intraprendere delle formazioni in professioni tradizionalmente “maschili”».
Lo chiede Matteo Pronzini una mozione, prendendo spunto dal discorso tenuto da Paolo Beltraminelli durante la cerimonia in cui sono stati premiati gli apprendisti che hanno terminato il loro ciclo di apprendistato nell'amministrazione pubblica. Il Consigliere di Stato ha speso belle parole per il sistema duale, elogiando l'impegno dei Governo per sostenerla.
«Le cose, lo sappiamo, non stanno proprio così bene e non è tutto oro quello che luccica, o sembra luccicare, nel sistema della formazione professionale. Le aziende private, che di fatto detengono in buona parte il monopolio dell’offerta di posti di tirocinio, mostrano sempre meno interesse per la formazione e il loro agire è ben lontano da quella “responsabilità sociale” della quale, spesso a proposito, si vantano», scrive Pronzini. «Non sono diverse, molto spesso, nemmeno le aziende pubbliche che, dovrebbero e potrebbero, svolgere un ruolo ben diverso. A cominciare dall’offerta di posti di tirocinio, in un momento di estrema difficoltà sul mercato del lavoro».
E l'amministrazione cantonale? «Il ruolo e il contributo dell’amministrazione pubblica cantonale nell’ambito della offerta di posti di tirocinio, ad esempio, sono molto modesti. Complessivamente vengono formati 123 apprendisti su un totale di 5'034 dipendenti occupati, il che corrisponde a circa il 2,4%. È già molto, come dice il governo che già in passato ha opposto un rifiuto a mie proposte indirette di aumentare il numero di apprendisti formati, o è poco, come invece io penso si possa affermare?».
Pronzini ricorda come per poter accedere a degli appalti pubblici, che un’azienda debba formare una numero di apprendisti pari ad almeno il 5%, criteri su cui lo Stato non dà dunque il buon esempio.
In risposta a un'altra interrogazione dello stesso deputato MPS, il Consiglio di Stato spiegava che non è facile identificare i settori e i servizi in cui la presenza di un apprendista sia funzionale e compatibile al ruolo. «La stessa “giustificazione” potrebbe venir addotta, a maggior ragione, da ogni azienda che si vedesse scartata da una gara di appalto poiché non raggiunte la soglia del 5% di apprendisti formati. Non vi è nessuna ragione per la quale un criterio ritenuto importante e decisivo per le aziende che concorrono agli appalti pubblici non debba valere anche per l’Amministrazione cantonale.
E se dunque facessimo valere questo principio, il risultato sarebbe che il numero di apprendisti assunti e formati dallo Stato dovrebbe, per lo meno, raddoppiare», martella Pronzini.
Beltraminelli ha affermato con orgoglio che la formazione di apprendisti nell'amministrazione pubblica si estende a tutti i settori. Pronzini smentisce anche questo dato, calcando la mano sulle differenze di sesso. «Gli apprendisti formati, come ben dimostra la tabella qui sotto, si concentrano in poche e tradizionali professioni: impiegati di commercio, cuochi ed informatici. In molte delle professioni presenti nell’Amministrazione pubblica non si formano apprendisti. La formazione di apprendisti potrebbe e dovrebbe essere estesa a tutte le professioni svolte presso lo Stato.
Ma non solo. Un’analisi della suddivisione degli apprendisti formati in base al sesso dimostra che nell’Amministrazione cantonale non si fa nulla per permettere alle giovani donne di intraprendere delle formazioni non tradizionalmente femminili: tra gli informatici il tasso di apprendiste è del 6%, del 13% tra selvicoltori, giardinieri, agricoltori, 0% tra i meccanici. Anche qui, invece di campagne che hanno più il valore propagandistico astratto che un reale impatto, meglio sarebbe se il Cantone mettesse in atto, in ambito di posti di tirocinio, una politica di misure positive a favore delle giovani donne che vogliono intraprendere una formazione professionale».
Da qui, le tre richieste al Consiglio di Stato.