Politica
10.10.2016 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
«Mai più un caso LAC», in dieci propongono di modificare la legge
Secondo Rueckert e colleghi di svariati partiti, il pasticcio ha messo in evidenza alcune problematiche all'interno della LOC: propongono dunque di allinearla alla LGC
BELLINZONA - Il pasticcio del LAC non deve più ripetersi, ed oltre che a logiche partitiche, è stato dovuto ai limiti della Legge Organica Comunale (LOC). Per questo motivo, dieci deputati con un'iniziativa parlamentare elaborata si propongono di cambiare le norme, adeguandole alla Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato (LGC). Si tratta di Amanda Rückert (Lega), Michele Foletti (Lega), Omar Balli (Lega), Franco Celio (PLR), Andrea Giudici (PLR), Nicola Pini (PLR), Sabrina Gendotti (PPD), Gianrico Corti (PS), Michela Delcò Petralli (Verdi), Lara Filippini (UDC), un gruppo che include rappresentanti di quasi tutti gli schieramenti politici.
«Le procedure di nomina dei rappresentanti in enti autonomi, consorzi, consigli d’amministrazione di enti parapubblici, magistratura o altre strutture di competenza dell’ente pubblico rappresentano sempre dei momenti delicati della politica. Piaccia o non piaccia e nonostante i proclami, la politica e i partiti ricoprono tuttora un ruolo fondamentale in queste scelte.
Al di là delle polemiche di merito - che regolarmente possono presentarsi - l’esistenza di procedure chiare e univoche potrebbe aiutare a ridimensionare quantomeno le polemiche di forma. La recente elezione del Consiglio di amministrazione dell'Ente autonomo Lugano e Cultura (LAC) della Città di Lugano ha mostrato tutti i limiti della Legge organica comunale (LOC) per quanto attiene alle elezioni di competenza del legislativo comunale. Di fronte a più interpretazioni, si è deciso di rinviare l’elezione stessa. Ora il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi su almeno due ricorsi già preannunciati e che riguardano la procedura», inizia il testo.
Il problema, secondo i dieci deputati, è che la LOC non distingue tra elezioni e votazioni, come invece avviene nella LGC. «Per quanto attiene alle elezioni, il voto avviene per scheda e a scrutinio segreto e risulta eletto chi ottiene la maggioranza assoluta dei presenti. Se un candidato non ottiene la maggioranza assoluta, si procede con un secondo scrutinio, dove vale solo la maggioranza relativa. In caso di parità, la votazione è ripetuta immediatamente, salvo diversa decisione del Gran Consiglio. Se nel terzo scrutinio si verifica nuovamente la parità, decide il Presidente (con un sorteggio, ndr)», spiegano i firmatari, che dunque, allineandosi a quanto affermato, propongono la modifica degli articoli 30 segg e 60 segg della LOC.
Essa invece, non prevedendo la maggioranza assoluta, dà origine a un possibile voto a cascata, il quale «spesso si rivela problematico: che succede se un candidato ottiene più voti rispetto ad un altro, ma nello stesso tempo più voti contrari che favorevoli in termini assoluti?»: una situazione che ha lasciato nel dubbio il Consiglio comunale di Lugano, in quanto lo scenario si è verificato nel voto per eleggere il Consiglio Direttivo del LAC.
I dieci firmatari non desderano inserire lo scrutinio segreto obbgligatorio, in quanto ritengono sarebbe troppo complicato, ma nelle loro proposte di modifiche disciplinano come esso, se è il caso, deve avvenire.