Politica
13.10.2016 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
L'amarezza di Bertoli, «ci sono salari così bassi che paga meglio l'assistenza»
Il Ministro ha fatto due calcoli: calcolando una settimana lavorativa base di 42 ore per 12 mesi, chi percepisce l'assistenza incassa 20,60 franchi orari. E invece alcuni lavoratori...
BELLINZONA - Sono dati conosciuti, eppure il fatto che Manuele Bertoli li ha voluti sottolineare non passerà inosservato. Ci sono ticinesi che guadagnano meno di quanto percepirebbero se beneficiassero dell'assistenza, e questo anche in settori in cui vige un Contratto Normale di Lavoro.
A lanciare il tema è stato appunto il Consigliere di Stato su La Regione, a margine dell'incontro del Governo con Maroni. Per il socialista, prima di applicare "Prima i nostri", «l'immigrazione si potrebbe contenere, forse, pagando salari decenti ai lavoratori residenti. Siamo al punto che un residente non può accettare certi salari perché non ci campa, oppure ci vive grazie all'assistenza pubblica», è sbottato. Una soluzione potrebbe essere l'applicazione dell'iniziativa dei Verdi "Salviamo il lavoro in Ticino": Bertoli non sa a che punto si è con la legge d'applicazione e non vuole pestare i piedi al collega Vitta.
Tornando ai salari, ricorda che chi non può, col suo salario, mantenere una famiglia di due persone rientra nella categoria dei working poor.
Bertoli ha calcolato, prendendo come base una settimana lavorativa di 42 ore per 12 mesi come avviene nell'Amministrazione cantonale, che chi beneficia dell'assistenza percepisce 20,60 franchi all'ora. E c'è invece chi guadagna meno: per esempio, i venditori al dettaglio, con salari regolamentati dal Contratto Normale di Lavoro da 17,30 franchi, i gommisti con i loro 16,30 franchi minimi all'ora, gli addetti del settore orologiero, nel quale è stabilito un salario di 18,75 franchi orari. Persino gli impiegati di commercio, nel settore della consulenza aziendale, delle società fiduciarie e degli studi legali, hanno il minimo salariale sotto i 20 franchi.
Per il Ministro, i problemi sono questi: "Prima i nostri" viene dopo.