Pamini e il no al mercato dei Municipali. «La sinistra è rimasta fermissima sullo status quo»
Il deputato di Area Liberale commenta la bocciatura della sua proposta. «Lega e Montagna Viva l'hanno sostenuta, i pipidini un po' sì e un po' no. In altri Cantoni già si fa»
BELLINZONA - Il Parlamento ha detto no al cosiddetto mercato dei Municipali, ovvero alla possibilità di candidarsi ed essere eletti anche per un Esecutivo che non è quello del comune in cui si è domiciliati. La proposta, che aveva fatto discutere, era di Paolo Pamini e Sergio Morisoli di Area Liberale, e voleva alzare di livello il dibattito politico, permettendo una carriera politica all'interno dei Municipi.Franco Celio del PLR aveva redatto il rapporto di maggioranza in cui si chiedeva di respingere l'idea e rimanere allo status quo, mentre Boris Bignasca in un rapporto di minoranza accoglieva la proposta, a condizione che, una volta eletti, si prendesse il domicilio nel comune dell'Esecutivo in cui ci si apprestava a sedersi.Il rapporto di Celio ha raccolto 59 voti favorevoli, mentre contrari sono stati 19 deputati, con 3 astenuti.Pamini su Facebook ha così riassunto il voto, ringraziando Bignasca a Bacchetta Cattori per il sostegno col rapporti di minoranza. «Lega e Germano Mattei di Montagna Viva (hanno votato) a favore di più diritti di scelta dei cittadini elettori, PPD un po' sì e un po' no, la sinistra (PLR, PS, MPS, Comunisti) fermissimi sullo statu quo. Peccato che da decenni a livello cantonale già è così (nel 1991 Alex Pedrazzini venne eletto in Governo quando era un cittadino... vodese!) e che San Gallo, Turgovia, Soletta, Vallese e Svitto pure da decenni conoscono elezioni aperte anche ai non residenti».