Politica
14.11.2016 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
«Cittadini, sapete a che cosa serve il referendum? Ve lo spieghiamo noi»
In un lungo comunicato, OKKIO risponde alle domande poste dal Mattino e precisa: «attenzione, anche in caso di riuscita del referendum ogni comune dovrà introdurre una tassa sui rifiuti»
BELLINZONA - Tassa sul sacco, chi la racconta giusta? Secondo OKKIO (l'Osservatorio della gestione ecosostenibile dei rifiuti), non i promotori del referendum, ovvero la Lega.
In un comunicato odierno, spiegano come «l’obiettivo primario della legge federale è quello di salvaguardare l’ambiente grazie alla minor produzione possibile di rifiuti. Per raggiungerlo si premiano i cittadini garantendo il diritto di pagare solo per i rifiuti da loro stessi prodotti. In sintesi: Ogni cittadino ha il diritto di pagare solo per i rifiuti da lui stesso prodotti. In pratica i Comuni che non applicano una tassa causale sui rifiuti negano un sacrosanto diritto ai loro concittadini! Si tratta dello stesso diritto applicato per il finanziamento dei costi dell’acqua potabile, dell’energia elettrica, del gas ecc. Perché questo non dovrebbe andare bene anche per i rifiuti?».
Ma, punto molto importante, approvare il referendum non vuol dire che i comuni non dovranno introdurre una tassa sul sacco comunale. Infatti, il referendum mira solo ad annullare la decisione del Gran Consiglio. «Anche annullandola, il principio di dover introdurre in tutti i Comuni “la tassa sul sacco del rüt” rimane in vigore!! L’autonomia comunale, tanto decantata da certi politici, è sempre stata rispettata e non si riesce a capire perché ancora oggi dopo 20 anni ben 71 Comuni non hanno una tassa causale. Per loro non ha senso attendere ancora visto che le regole sono chiare, possono procedere in completa autonomia». Questo perché «con il referendum ai Ticinesi verrà chiesto solo se vogliono annullare la decisione del Parlamento del 9 novembre, di stabilire un prezzo per il sacco uguale in tutto il Ticino».
Secondo OKKIO, è falsa l'affermazione secondo cui aderire al referendum vuol dire risparmiare. Ieri il Mattino della Domenica ha posto due domande, e nella nota vi è la risposta a entrambe.
«In caso di introduzione della tassa sul sacco anche a Lugano, chi pagherà per il rüt prodotto dalle svariate migliaia di frontalieri che ogni giorno entrano a lavorare in città e gettano la loro monnezza nei cestini pubblici? Visto che in materia di raccolta e smaltimento del pattume “bisogna” (?) essere rigorosamente “causali”, in che modo i frontalieri verranno chiamati “causalmente” alla cassa per la spazzatura generata?», si chiedeva.
Ebbene, «i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti dei cestini pubblici, per legge devono essere coperti con le imposte, e le imposte le pagano i Luganesi, con o senza tassa sul sacco. La Lega fa finta di non sapere che i frontalieri, se sono a Lugano è perché lavorano nelle aziende locali, anche in quelle dove impera il dumping salariale. Quelle aziende che in genere pagano anche poche imposte. È col sistema attuale che il conto lo paga il solito "sfigato contribuente". Mentre con l'introduzione corretta della tassa sul sacco ( vedi esempio di Losone), questi imprenditori sarebbero chiamati alla cassa in modo perfettamente causale».
La seconda domanda era: «i grandi magazzini (quelli che non pagano tasse in Ticino, assumono frontalieri a go-go, generano traffico parassitario, rovinano il territorio con i loro capannoni e fanno morire i piccoli negozi dei centri urbani) sbolognano ai consumatori tonnellate di imballaggi inutili. Imballaggi che chi va a fare la spesa è costretto a comprare, e a portarsi a casa assieme al prodotto (non avendo altra scelta). Non è però l’acquirente che produce questo pattume, bensì il grande magazzino. Perché allora, in regime di “causalità”, il conto per lo smaltimento lo deve pagare il solito sfigato contribuente tramite sacco “tassato” e non la grande distribuzione?»
«È proprio con l'introduzione corretta della tassa causale che si possono chiamare alla cassa i grandi magazzini. Senza tassa causale attualmente è proprio il solito "sfigato contribuente" che continuerà a coprire quei costi mediante le sue imposte. In realtà il contribuente consapevole di Lugano è più sfigato oggi che con la prevista tassa sul sacco! Non dimentichiamo poi che è in fin dei conti il cliente a scegliere se comprare senza, o con più o meno imballaggi. Nei grandi magazzini gli imballaggi si possono anche lasciare sul posto. Se nessuno li comprasse anche la grande distribuzione si adeguerebbe a ridurre o evitare gli imballaggi inutili ed inquinanti», ribadisce OKKIO, convinto anche che «la tassa sul sacco stimola i cittadini a separare il più possibile i rifiuti, per non riempire troppo in fretta il sacco», facendo diminuire i costi di smaltimento.
«Il confronto senza pregiudizi delle due versioni, ne siamo certi, porterà la maggioranza dei Ticinesi a optare per la tassa sul sacco in difesa del proprio borsellino, in difesa dei costi del proprio Comune, in difesa dell’ambiente», conclude la nota.