Politica
31.01.2017 - 13:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Misure anti smog, Pamini, «quanto ci costano? Come si fa a informare tutti?»
In una lunga interpellanza, Paolo Pamini e gli altri deputati di Area Liberale e UDC, sviscerano una serie di problemi legati al decreto d'urgenza emesso ieri, tra aziende, frontalieri, TIR dell'est e auto elettriche
BELLINZONA - Le misure anti smog introdotte ieri, ovvero il limite di velocità a 80 chilometri orari su autostrade e semiautostrade e il divieto di circolazione per automobili e autofurgoni diesel EURO3 e inferiori sulle strade cantonali e comunali, oltre ai mezzi pubblici gratuiti, sono il tema del giorno.
In una lugna interpellanza di Paolo Pamini, firmata anche da Lara Filippini, Tiziano Galeazzi, Sergio Morisoli, Gabriele Pinoja (per UDC e Area Liberale), si fa notare, indirettamente, quanto questi accorgimenti siano in realtà di difficile applicazione e comportino un onere, burocratico e non solo, per il Cantone.
Per prima cosa, chiedono spiegazioni in merito alla cause delle emissioni, e a quanto, basandosi sui dati storici, esse possono diminuire con le varie misure. Zali ha già specificato come la differenza la farà la pioggia, e che i provvedimenti sono essenzialmente utili per non emettere troppe ulteriori sostanze inquinanti.
I deputati vogliono sapere i dettagli dei costi di queste azioni. «A quanto ammonta il costo di un’azione di divieto di circolazione stradale per automobili e autofurgoni diesel EURO 3 ed inferiori sulle strade cantonali e comunali del Sottoceneri quale quella varata con effetto a decorrere dalle ore 00:00 di martedì 31 gennaio 2017?». Ci sono da considerare, infatti, la segnaletica e il personale di polizia che dovrà dedicarsi unicamente a informazione e repressione.
Inoltre, chiedono quanti sono i veicoli colpiti dal divieto, e come farà il Governo a informare tempestivamente i possessori. Non poter circolare implica ovviamente un costo, per cui «il Cantone come intende indennizzare i possessori ticinesi di veicoli oggetto del divieto per la perdita economica da esso causato, in particolare artigiani, liberi professionisti ed imprese? In quanti franchi svizzeri è stimabile il verosimile esborso a titolo di indennizzo da parte del Cantone?».
I granconsiglieri si pongono anche il problema dei conducenti, colpiti da divieto, che non risiedono in Ticino. «Il Cantone come intende avvisare i conducenti di veicoli oggetto del divieto di circolazione stradale non immatricolati in Ticino, segnatamente provenienti da oltre Gottardo e da oltre confine?». Serve, sottolineano, uniformità di trattamento fra residenti e frontalieri, nel contempo per l'economia il traffico di lavoratori italiani deve rimanere fluido. E che norme si utilizzeranno per i TIR provenienti dall'Est, che rischiano di inquinare di più?
Per quanto concerne le auto elettriche, la limitazione colpisce anche loro, ma i deputati si domandano come mai, dato che esse non emettono polveri fini. Nell'interpellanza, si domanda anche perché non è prevista un'eccezione per i veicoli che potrebbero usati per un'emergenza.
Tante domande, dunque, che nascono da un decreto emesso con urgenza, perché, come ha precisato anche Claudio Zali, i valori dell'aria e l'assenza di pioggia lo rendeva inevitabile, ma più complesso di quanto appare ad una prima lettura. Inoltre, c'è da notare che il Cantone deve assumersi i costi del trasporto pubblico gratuito. D'altra parte, Zali precisa come non ci si attende una diminuzione delle PM10 immediata con le misure, bensì che bisognerà attendere la pioggia. Il gioco, dunque, paga la candela, citando un detto popolare?