POLITICA
"Qualità e non quantità nel premiare le ditte". La lettura dei Verdi sul voto, che non è "quella confusa e forviante" di Vitta
Anche il movimento ecologista non è d'accordo col Ministro e chiede "un sistema basato sui criteri che possa misurare l’integrazione territoriale delle aziende e delle società"
BELLINZONA - Non solamente i socialisti, ma anche i Verdi non hanno gradito le affermazioni e in particolare la lettura del voto di domenica in merito alla Riforma III, bocciata dal popolo svizzero, di Christian Vitta. Per rispettare il risultato delle rune, desiderano che si trovi il modo di premiare le ditte che portano valore aggiunto in Svizzera, e non tutte in modo indiscriminato. "Il consigliere di Stato Onorevole Vitta, vistosamente sconvolto dalla sonora bocciatura della riforma, ha dato una sua personalissima interpretazione del risultato ticinese affermando che i ticinesi hanno capito la bontà della riforma e che la vittoria, con 1.7% di scarto, dà le basi per uno studio a livello cantonale di una riforma della fiscalità delle imprese, che potrebbe addirittura fungere da modello per quella federale", si legge in una nota, firmata dal co-cordinatore Massimo Collura, che lascia spazio anche ad un po' di sarcasmo. Non solo Vitta, ma "a fargli eco anche alcuni rappresentanti del mondo economico/industriale che affermano di sentirsi frustrati da questa situazione di poca considerazione e chiedono che il Governo si attivi per portare soluzioni concrete a salvaguardia delle loro attività e dei posti di lavoro in Ticino".I Verdi non accettano la lettura della situazione del Ministro, ritenuta "confusa e forviante" e "chiedono quindi che prima di azzardare delle ulteriori proposte di manovre finanziarie, sia fatto un lavoro approfondito che consideri l’economia in senso lato e non solo gli aspetti puramente monetari della questione".A loro avviso, il segnale del popolo è chiaro: "non più vantaggi fiscali indiscriminati alle aziende che non sono radicate nel nostro paese". Per cui, per dar seguito alla volontà popolare, "elaborando una legge che, una volta per tutte, definisca dei parametri per definire un’impresa con valore aggiunto per il territorio Svizzero. Non è corretto premiare tutte le aziende o società indistintamente da come e cosa fanno, non è corretto anche nei confronti di chi lavora seriamente, nel rispetto di valori che fino a pochi anni fa la Svizzera era fiera di sbandierare. La qualità nei prodotti e nell’innovazione, l’equità sociale, l’impiego di manodopera qualificata e locale, il rispetto ambientale, sono parametri che dovrebbero essere considerati nella valutazione di un’azienda che vuole installarsi sul territorio svizzero. Solo le aziende o società virtuose devo poter avere accesso a dei bonus fiscali, qualità e non più quantità". La richiesta è che venga "istituito un sistema basato sui criteri che possa misurare l’integrazione territoriale delle aziende e delle società, elementi fondamentali per uno sviluppo sostenibile della nostra economia garantendo nel contempo qualità di vita. Tutti chiediamo che uno straniero dimostri la sua reale integrazione per poter avere un passaporto rossocrociato, e allo stesso modo dobbiamo pretenderlo dal mondo economico/industriale affinché si favorisca un’economia sana che possa garantire un reale futuro alla Svizzera e ai suoi abitanti".
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