Analizzando i risultati in matematica, ci si è chiesti se essa è una disciplina prettamente maschile. Per l'esperto, "in questo momento non esistono prove nella letteratura scientifica che mostrino che ci sono materie per maschi e materie per femmine. Vi è però concordanza sul fatto che lo stereotipo esista e che quindi possa avere una influenza sulle credenze di genitori e docenti". E ci sono diversi studi, che ci cita, a suffragarlo: "Diversi lavori hanno dimostrato che non esistono differenze nelle abilità di ragionamento matematico tra uomini e donne (Hyde, 2005) e che non vi è una predisposizione innata per le materie scientifiche legata al genere (Spelke, 2005; Halpern, Benbow, Geary, Gur, Hyde e Gersnbache, 2007). Tuttavia lo stereotipo culturale secondo cui le femmine sono meno capaci dei maschi in matematica è ancora ampiamente condiviso e continua ad esercitare un’evidente influenza negativa sugli atteggiamenti e le prestazioni delle donne (Tomasetto, Galdi, Cadinu, 2012). Le bambine, già dai primi anni di scuola, si considerano meno brave dei coetanei maschi e mostrano livelli di ansia superiori quando devono affrontare compiti in questa materia (Else-Quest, Hyde e Linn, 2010; Cvencek, Meltzoff e Greenwald, 2011). È stato dimostrato che le credenze e i comportamenti di genitori e insegnanti, non solo condizionano lo sviluppo di credenze stereotipiche nei loro figli (Gunderson, Ramirez, Levine e Beiclock, 2012) ma possono anche rendere le loro figlie e alunne più o meno vulnerabili agli effetti di tali pregiudizi. Una maggiore esposizione nel proprio ambiente sociale ad esempi di donna di successo in discipline matematico-scientifiche potrebbe limitare l’acquisizione di stereotipi di genere e consentire alle bambine di sviluppare atteggiamenti più positivi verso quelle materie e professioni tradizionalmente associate al genere maschile (Tomasetto, Galdi, Cadinu, 2012)".