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24.09.2018 - 09:000

Dadò, "per governare servirà un'alleanza al centro. PLR, che occasione buttata!"

Il presidente del PPD: "serve una lista con candidature che generino competizione e discussione interna e esterna. Una mia eventuale candidatura rientrerebbe in questo discorso"

BELLINZONA – Servirebbe un’alleanza al centro, per poter governare nel migliore dei modi: ma andrà costruita col tempo, ora non paiono esserci le condizioni. Le difficoltà sono comuni a molti partiti storici, in tutta Europa. Fiorenzo Dadò non ha peli sulla lingua in una lunga intervista rilasciata a liberatv.ch.

Prima di tutto, su una possibile alleanza con il PLR, con cui già nei mesi passati ha lamentato un mutato e peggiorato rapporto da quando alla guida c’è Caprara rispetto ai tempi di Cattaneo. “Nulla può essere escluso a priori anche se attualmente la vedo difficile nel clima attuale. Di sicuro nella prossima legislatura dovremo comunque valutare se ci saranno le premesse o meno di costruire un’alleanza concreta con le forze di centro. Così come avviene oggi non si può sperare di governare bene il Paese”. È convinto che “i liberali hanno sprecato un’occasione d’oro, perché un’alleanza strategica con il PPD, avrebbe forse consentito al PLR di tornare ad essere il partito di maggioranza in Governo. Ma le collaborazioni non le costruisci a cinque minuti dalla mezzanotte, si fanno giorno dopo giorno con i fatti, non con le parole. L’obiettivo logico di partiti come i nostri è quello di costruire insieme un progetto comune per ridare una prospettiva positiva a questo Paese”.

Le difficoltà però sono comuni a tanti, “anche in Ticino i partiti storici soffrono del vento che soffia sull’Europa e del quale beneficiano a piene mani forze politiche come la Lega e l’UDC” e “imputare le difficoltà del PPD alle polemiche su Argo degli scorsi mesi è miope: da parecchi anni il nostro partito vive una crisi legata all’indebolimento dell’elettorato di riferimento, senza che nessuno sia riuscito a trovare un rimedio o una proposta convincente”.

Per conservare il seggio e mantenere il numero di gran consiglieri, non esclude di scendere in campo per il Governo (gli altri possibili sono l’economista Michele Rossi, il dottor Angelo Pelloni, il capogruppo in Gran Consiglio Maurizio Agustoni, il vice presidente Giorgio Fonio, il direttore di TicinoTurismo Elia Frapolli, anche Fabio Bacchetta-Cattori). “È chiaro che il PPD dovrà presentare per il Consiglio di Stato una lista con candidature che generino una forte competizione e discussione, sia interna che esterna. Una mia eventuale candidatura rientrerebbe semmai in questo discorso: se il cambiamento che abbiamo bisogno passa anche dal mettersi a disposizione in una contesa elettorale particolare come questa, lo si fa e non ci si deve tirare indietro. Occorre anche dire che chi ha paura dei confronti democratici non è idoneo a ricoprire cariche dirigenziali in un partito e tantomeno a dirigere un Dipartimento in Governo. La lista che proporremo mi auguro sappia consentire agli elettori di decidere che linea desiderano seguire in futuro”.

A proposito di futuro, è convinto che bisogna smorzare i toni della polemica EOC-Cardiocentro sin dopo le elezioni e che bisogna cambiare qualcosa nel modo di controllare internamente le finanze dello Stato, con “un nuovo organismo totalmente indipendente, sul modello per esempio di una corte dei conti, che possa garantire la massima trasparenza e soprattutto una verifica efficace”, prevedendo che “lasciando le cose come stanno secondo me verranno alla luce altri problemi e ci saranno nuove polemiche”.

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