BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha preso posizione sulla consultazione avviata dal Consiglio federale in merito alla strategia di allentamento delle misure di contenimento della pandemia. Il Governo condivide che dal 1° marzo sia non solo giustificato, ma anche necessario attuare dei primi allentamenti, pur con le incognite legate alle varianti del virus. Le tappe proposte sono giudicate però sin troppo prudenti sia nei tempi che nei contenuti.
Il Consiglio di Stato ha preso posizione nell’ambito della consultazione avviata dal Consiglio federale mercoledì 17 febbraio sulla strategia di allentamenti a tappe e le relative proposte di modifica dell’Ordinanza Covid-19.
In termini generali, il Governo ticinese ritiene che queste tappe dovrebbero essere meno prudenti, più ravvicinate nel tempo e definite sin d’ora anche oltre il 1° aprile.
Evidentemente le diverse fasi di allentamento dovranno essere confermate solo se l’evoluzione epidemiologica continuerà ad essere favorevole, in caso contrario andranno sospese se non addirittura revocate. Uno scenario che nessuno, beninteso, auspica.
La cautela dimostrata dal Consiglio federale è comprensibile alla luce della diffusione delle varianti del virus: il Governo cantonale concorda sulla necessità di scongiurare una nuova ripresa dei contagi ed evitare quindi nuove chiusure, che avrebbero effetti nefasti dal profilo economico e psicologico.
D’altra parte è altresì fondamentale adeguare le restrizioni secondo il principio di proporzionalità, cercando di favorire la condivisione da parte della popolazione e dando delle prospettive ai settori economici interessati, seppur non immediate, graduali e subordinate alla stabilità dei dati epidemiologici.
Gli allentamenti proposti a partire dal 1° marzo sono pertanto condivisi e ritenuti il passo minimo da compiere nelle attuali circostanze, in cui si registra – a livello ticinese e nazionale – un numero di nuovi contagi sotto controllo. Si chiede però fermamente di anticipare la seconda tappa, prevedendo una decisione che abbia effetto al più tardi il 22 marzo. Stessa cadenza per una terza tappa: rivalutazione dopo due-tre settimane per eventuali allentamenti. L’esperienza dimostra come le misure mostrino i loro effetti già dopo due settimane e, pertanto, a mente del Consiglio di Stato, appare doveroso imprimere un ritmo più serrato alle fasi di allentamento, come lo fu durante la scorsa primavera.
Nel merito dei singoli settori interessati dalla modifica dell’Ordinanza, il Consiglio di Stato si pone come segue:
- assembramenti: il ritorno al limite di 15 persone dal 1° marzo è condiviso;
- ristorazione: al più tardi il 22 marzo (seconda tappa) si chiede la riapertura dei ristoranti e dei bar almeno nelle ore diurne secondo il piano di protezione conosciuto fino a dicembre (consumazioni solo da seduti, massimo 4 persone per tavolo, mascherina non appena ci si alza dal tavolo, ecc.). Questa tempistica è ritenuta fondamentale per garantire una ripresa almeno parziale dell’attività durante il periodo pasquale. Non è condivisa, invece, la proposta di autorizzare la sola riapertura delle terrazze esterne, perché troppo limitativa, difficilmente sostenibile e discriminatoria nei confronti dei locali privi di spazi all’aria aperta;
- strutture culturali e sportive: la riapertura dal 1° marzo delle strutture culturali, ricreative e sportive all’aperto, nonché di musei e biblioteche, è condivisa. Si chiede di procedere al più tardi il 22 marzo (seconda tappa) con la riapertura anche di cinema, teatri e strutture sportive e ricreative all’interno, pur con limiti di capienza;
- negozi: la riapertura dal 1° marzo dei commerci ora chiusi è condivisa, così come lo sono le rigorose limitazioni del numero di clienti ammessi;
- manifestazioni private: la nuova regola del limite delle 15 persone all’aperto dal 1° marzo è condivisa. Si chiede di anticipare già al 1° marzo l’aumento a 10 persone del limite per i ritrovi negli spazi chiusi;
- attività giovanili: si condivide l’innalzamento dal 1° marzo dell’età per la pratica di attività sportive e culturali fino a 18 anni, e anzi si suggerisce di portarlo a 20. Scetticismo è espresso invece sull’opportunità di riaprire anche le competizioni.
- sport per gli adulti: si raccomanda dal 1° marzo di consentire l’attività sportiva amatoriale senza contatto fisico degli adulti all’aperto in gruppi fino a 15 persone e si chiede di consentire la - ripresa delle attività anche negli spazi chiusi in gruppi fino a cinque persone.
Da ultimo il Governo cantonale ribadisce la necessità di delineare prospettive anche a lungo termine, con la riserva che la situazione rimanga stabile.