BELLINZONA - In Gran Consiglio si è parlato di Bitcoin e in futuro sarà possibile pagare anche con essi i servizi dell’Amministrazione cantonale. Il rapporto di maggioranza, favorevole, della relatrice Natalia Ferrara su una mozione di Paolo Pamini, è stato accolto con 48 voti favorevoli, 36 contrari e 3 astenuti.
A dire sì sono stati PLR, Lega e UDC, a dire no invece PS, Verdi, Più Donne, PC e la maggioranza del PPD.
Il cittadino potrà scegliere di pagare in Bitcoin e lo Stato incasserà in franchi. Per evitare problematiche dovute al rischio di cambio, una società esterna verrà incaricata di vigilare e lavorare sulla questione.
"Dando luce verde al progetto pilota (grazie anche all’esperienza positiva fatta a Chiasso con il pagamento in crittovaluta) il Ticino non solo dimostra di essere un Cantone moderno, coraggioso e all’avanguardia, ma lancia un’importante segnale di marketing territoriale alla piazza economica. Aprendosi alle nuove tecnologie di blockchain il Ticino non solo attirerà ulteriori investitori ma potrebbe addirittura rilanciare la sua piazza finanziaria a rischio declino", commenta con soddisfazione l'UDC.
Chi ha optato per il sì ha sostenuto che la digitalizzazione non si può fermare, mentre il PS, che ha votato no, è stato molto critico: "Il Ticino non dovrebbe veicolare una falsa immagine di sicurezza con questa operazione di marketing", ha detto Ivo Durisch. Il relatore di minoranza teme l'evasione fiscale intrinseco, i potenziali pericoli di riciclaggio e di utilizzo delle criptovalute per transazioni illecite oltre alla grande quantità di energia consumata per la loro produzione.