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10.03.2023 - 10:300

Ghisletta contro Lega e PLR: "Attaccano l'italianità del Ticino"

Il socialista non ha gradito che nel rapporto in merito al tedesco da inserire sin dalla prima media viene scritto che "l'insegnamento deve essere impartito di principio in lingua italiana"

BELLINZONA - Il rapporto firmato da Lega e PLR in merito all'insegnamento del tedesco, da anticipare, è un attacco all'italiano e all'italianità del Ticino. Lo sostiene Raoul Ghisletta, che chiede degli emendamenti.

"Lascia stupefatti che un rapporto firmato da commissari della Lega dei Ticinesi e del Partito liberale radicale ticinese, che ha come scopo di introdurre il tedesco nella prima media, sferri un attacco all’italianità del Cantone, lasciando libero campo all’insegnamento in lingue non italiane nelle scuole private", si legge il socialista.

Il testo del rapporto recita come "agli allievi in età d'obbligo scolastico l'insegnamento dev'essere impartito di principio in lingua italiana. È data facoltà ai singoli istituti di svolgere lezioni in un'altra lingua nazionale svizzera o in inglese; la lingua italiana dev'essere comunque insegnata".

Non basta per Ghisletta, che sottolinea come l'"emendamento al cpv. 2 ribadisce pertanto la necessità che tutte le scuole private in Ticino rispettino l’art. 1, cpv. 1 della Costituzione cantonale: “Il Cantone Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane.”

"Il Canton Ticino è l’unico Cantone di lingua interamente di lingua italiana (a parte il Comune di Bosco Gurin). Non si può scalfire questa peculiarità e forza culturale del Cantone, come fa in modo inconsulto il decreto legislativo allegato al rapporto di maggioranza. Occorre invece riprendere in modo coerente il principio giuridico dell’obbligo dell’insegnamento prevalentemente in lingua italiana anche nelle varie scuole private: obbligo che è legittimo, in quanto ha lo scopo di evitare il rischio di un inforestierimento linguistico, indica la sentenza del Tribunale federale 2C_449/2011 del 26 aprile 2012. L’emendamento al cpv. 3 regola in modo chiaro la fattispecie delle famiglie con figli alloglotti che soggiornano temporaneamente in Ticino (fino ad un massimo di 4 anni), esigendo che comunque possano beneficiare di un insegnamento minimo dell’italiano e di nozioni sul territorio, sulla società e sulla cultura ticinesi. Aspetti che il testo del rapporto di maggioranza non cura minimante".

Propone dunque le seguenti modifiche: "Agli allievi l'insegnamento dev'essere impartito prevalentemente in lingua italiana. È data facoltà ai singoli istituti di svolgere lezioni in altra lingua, previa autorizzazione del Consiglio di Stato" e "per sopperire ai bisogni di famiglie con figli alloglotti residenti per un massimo di quattro anni nel Cantone, il Consiglio di Stato autorizza la frequenza di curricoli formativi impartiti prevalentemente in una lingua diversa dall’italiano. La lingua italiana, come pure nozioni sul territorio, la società e la cultura del Canton Ticino devono comunque essere insegnate".

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