BERNA” - “La cultura della montagna in Italia è rimasta solo in Trentino e in Sudtirolo, e in Austria nel Tirolo. Altrove, non è più sotto tutela di nessuno”. Con queste parole l’alpinista Reinhold Messner è intervenuto lo scorso 13 maggio alla festa dell’Euregio di Ala (Trentino), dove ha affrontato il problema dei grandi predatori che, come sappiamo, è di attualità anche fuori dai confini svizzeri. “L’orso e il lupo sono un grande problema per la gente che vive in montagna; bisogna trovare un accordo fra animalisti e contadini di montagna, perché se i contadini non possono più vivere nei loro territori perché orsi e lupi distruggono le loro greggi, allora significa che non ci sarà più nessuna tutela della montagna”, ha detto allarmato il re degli Ottomila.
Dal canto suo, Fabio Regazzi, ha così commentato le parole di Messner - pubblicate sul portale L’Adige.it - con un post sulla sua pagina Facebook: “Il parere autorevole di qualcuno che di montagna e vita rurale ne capisce, molto di più degli ‘ambientalisti da salotto’ che pontificano comodamente seduti nei loro uffici situati nei centri urbani. Un analogo appello l'ho lanciato anch'io sabato scorso in occasione dell'assemblea dei delegati della Federazione Cacciatori Ticinesi (FCTI).
Senza un rapido ed incisivo cambio di rotta (e la legge federale sulla caccia non basterà di certo!), nel giro di pochi anni nelle nostre valli lupi e orsi avranno preso il posto degli allevatori di montagna, con tutto quello che ne consegue! Ma è davvero quello che vogliamo? È tempo di finirla di cercare di giustificare questo scempio con le teorie bislacche sulla biodiversità e con lo sciocco buonismo che ha caratterizzato l'approccio adottato fino ad oggi. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi”.