BELLINZONA – L’altro giorno il Consiglio di Stato ha informato di aver preso conoscenza del rapporto conclusivo sull’inchiesta amministrativa aperta in gennaio in seguito dei fatti che hanno coinvolto l’ex direttore della scuola media di Lugano Centro, condannato il 16 febbraio per reati contro l’integrità sessuale a danno di due allieve minorenni. Nel comunicato, il Governo annunciava il varo di nuove direttive “con lo scopo di stimolare la notifica per la direzione scolastica che viene a conoscenza di qualsiasi comportamento considerato inadeguato”.
L’inchiesta amministrativa, aggiungeva il Governo, ha permesso di escludere qualsiasi responsabilità dei docenti tuttora in carica, il cui comportamento, nella sostanza, è stato corretto. “È stata invece accertata una responsabilità del direttore in carica nel periodo preso in esame, la cui reazione è stata quella di non affrontare il problema anche e soprattutto con i propri superiori; non si può comunque ritenere accertato un nesso causale fra l’errata valutazione, nonché l’omessa segnalazione ai superiori, e i fatti di rilevanza penale addebitati al docente condannato”.
E a pochi giorni da quella comunicazione, il Dipartimento ha emanato una circolare molto severa all’indirizzo delle sedi scolastiche, firmata dalla consigliera di Stato Marina Carobbio e dal direttore della Divisione scuola Emanuele Berger. Eccola.
“La scuola garantisce alle proprie allieve e allievi un ambiente sicuro dove possano vivere, imparare e svilupparsi armoniosamente – si legge nel documento -. Per raggiungere questo obiettivo la scuola agisce su più piani - pedagogico, didattico, relazionale - tutelando i diritti di allieve e allievi. La scuola si assume anche la responsabilità di intervenire nei casi in cui i diritti di allieve e allievi non sono rispettati, ricorrendo a risorse interne o esterne al mondo scolastico. Il compito richiede una costante attenzione e un regolare aggiornamento di pratiche e di strumenti.
I fatti venuti alla luce nel 2022 che hanno coinvolto una scuola media del Luganese hanno messo in evidenza margini di miglioramento nella prassi corrente di gestione delle segnalazioni di comportamenti inadeguati operati da docenti, membri del personale scolastico o quadri scolastici nei confronti di allieve e allievi.
Appoggiandosi anche sulle indicazioni emerse dall’inchiesta disciplinare, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport introduce un obbligo di notifica per il direttore o la direttrice che osserva e/o che viene a conoscenza di un comportamento inadeguato. La nuova disposizione - codificata nelle Direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico - intende fare in modo che le constatazioni e/o segnalazioni siano notificate agli organi scolastici di conduzione e di vigilanza, vale a dire ai membri del Consiglio di direzione e alla capa o capo sezione dell’insegnamento di riferimento.
Lo scopo, le modalità e la procedura della notifica sono descritti nelle Direttive, che definiscono al contempo la natura dei ‘comportamenti inadeguati’ a cui sono riferite. Le modalità di intervento e di gestione delle segnalazioni sono di competenza delle direzioni di istituto e/o delle Sezioni di riferimento del Dipartimento. Le Direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico entrano in vigore immediatamente e si applicano agli istituti scolastici cantonali di ogni ordine e grado”.
Nelle direttive vengono così descritti i comportamenti inadeguati
“Con “comportamento inadeguato” si intende qualunque condotta impropria di adulti di riferimento che operano nella scuola. Un comportamento inadeguato si manifesta in particolare attraverso condotte, parole, atti, gesti, scritti capaci di arrecare offesa alla personalità, alla dignità o all’integrità fisica, psichica o sessuale di allieve e allievi, rispettivamente di metterne in pericolo l’apprendimento, oppure di degradare il clima di istituto.
I comportamenti inadeguati possono assumere forme diverse: la violenza fisica è riferita a un’aggressione ai danni di una persona che può metterne a rischio l’incolumità fisica o mentale; la violenza psicologica è riferita a un linguaggio verbale o non verbale che può comprendere, a titolo di esempio, minacce, insulti, termini o atteggiamenti umilianti nei confronti di chi ascolta; la violenza o l’abuso sessuale è un atto a connotazione sessuale, con o senza contatto fisico, che una persona compie su un’altra persona contro la sua volontà e/o sfruttando la propria posizione di potere”.