LUGANO – L’emergenza è sotto gli occhi di tutti, e mentre l’epidemia provocata dal virus SARS-CoV-2 si diffonde il tutto il mondo mettendo a dura prova la tenuta dei più efficienti sistemi sanitari, appare sempre più chiara e pressante l’urgenza di attivare programmi di sorveglianza domiciliare delle persone ammalate che manifestano sintomi lievi, con il duplice obiettivo di alleggerire la pressione sugli ospedali e di impedire che proprio gli ospedali diventino luoghi di accelerazione incontrollata del contagio, come purtroppo è avvenuto e avviene in alcune realtà del Nord Italia.
La prima buona notizia è che oggi esistono le tecnologie per avviare programmi di questo tipo, la seconda buona notizia è che il Ticino è all’avanguardia in questo settore, grazie soprattutto alle competenze maturate dalla piattaforma HospitHome, una giovane start-up specializzata in sistemi di telemedicina, che insieme con il Cardiocentro Ticino ha messo a punto un programma dedicato all’emergenza Covid-19 ottenendo la collaborazione di alcune tra le principali realtà della sanità ticinese. Federazione ticinese ambulanze (144), Fondazione Ticino Cuore, Clinica Luganese Moncucco, Ordine dei medici del Canton Ticino (in particolare in questa prima fase il circolo di Lugano con il suo presidente Dr. med. Claudio Camponovo) sono le prime realtà coinvolte programma, che prevede l’attivazione immediata di una serie di checkpoint esclusivamente dedicati alla gestione dell’emergenza Covid-19 e la distribuzione domiciliare ai pazienti positivi al tampone di un kit di monitoraggio e controllo a distanza del decorso della loro malattia.
“Il programma – spiegano gli operatori di HospitHome – parte dall’esperienza del Cardiocentro Ticino, che da circa 15 anni offre servizi di telemedicina ai pazienti cardiopatici con aritmie severe e portatori di defibrillatori, pazienti che vengono monitorati a distanza con controllo giornaliero e sistema automatico di allerta nel caso di variazione dei parametri elettrici vitali. Il risultato di questa esperienza ha portato ad una diminuzione dei controlli ambulatoriali e dei ricoveri non indispensabili. Ora si tratta di replicare questo modello al monitoraggio dei pazienti Covid-19, ovviamente con tutte le specificità del caso”.
Sulla base di un applicativo certificato Medical Device classe II A, il paziente viene fornito di kit di sorveglianza (di fatto, un tablet e un hub in grado di trasmettere real-time) grazie al quale i suoi parametri vitali – in particolare temperatura, saturazione di ossigeno e frequenza cardiaca (recenti studi hanno evidenziato come in caso di Covid-19 le complicanze cardiovascolari aumentano sensibilmente il rischio di mortalità) – vengono trasmessi in automatico almeno due volte al giorno alla centrale operativa HospitHome e ai medici di famiglia dei pazienti coinvolti nel programma (100, nella fase di avvio, ma la piattaforma è scalabile e già oggi in grado di gestire fino a mille pazienti).
Nel caso di desaturazione dell’ossigeno, i pazienti vengono rapidamente visitati dal medico curante e/o ospedalizzati; verrano ricoverati soprattutto i pazienti che presentano una patologia polmonare che determina, con la polmonite interstiziale acuta, la prognosi severa dei pazienti e l’impiego elevato di apparecchiature e personale specializzato, risparmiando di conseguenza risorse finanziare elevate della comunità. È pure importante sottolineare che la gestione in sicurezza del paziente Covid-19 al domicilio presenta vantaggi anche sul piano emozionale e psicologico, consentendo di affrontare la malattia nel conforto di una prossimità familiare che, pur nel rispetto delle più sicure condizioni di isolamento, sarà sempre meno straniante della corsia di un ospedale.
“I sistemi sanitari che hanno investito nella telemedicina – scrive il New England Journal of Medicine in un editoriale apparso proprio in questi giorni – sono nelle condizioni migliori per assicurare che i pazienti con Covid-19 ricevano le migliori cure di cui hanno bisogno”.
L’utilizzo dei sistemi di telemedicina permette di valutare e monitorare efficientemente i pazienti, proteggendo i pazienti stessi, il personale sanitario (ricordiamo che i medici di famiglia stanno pagando ovunque nel mondo un pesante tributo, purtroppo anche in termini di decessi) e l’intera comunità dai rischi di esposizione al contagio.
“Virtualmente perfetto”, così la rivista, una delle più importanti e diffuse pubblicazioni di medicina al mondo, definisce l’approccio all’emergenza coronavirus attraverso la telemedicina. Da questa settimana la telemedicina è un importante strumento a disposizione dei pazienti Covid-19 e dei loro medici in tutto il Ticino, da Airolo a Chiasso, nella realtà quotidiana e urgente delle cure.