MURALTO - Inaugurato a metà gennaio presso lo stabile della Residenza Tertianum Al Parco, il nuovo Centro della Colonna Vertebrale dell’Ars Medica è un ambulatorio specialistico per la presa a carico di pazienti con patologie della colonna spinale. Grazie alla collaborazione e alla compresenza di diversi professionisti, il Centro è in grado di assicurare una presa a carico a 360 gradi, con un trattamento rapido, completo e all’avanguardia, ed evitando al paziente di dover ricorrere a diverse strutture per effettuare esami complementari e accertamenti diagnositici.
Il dottor Maurizio Pintucci, specialista in neurochirurgia, chirurgia della colonna vertebrale e terapia del dolore, vanta una ventennale esperienza come neurochirurgo e dal 2012 è medico accreditato presso la Clinica Ars Medica. Già operativo alla sede di Manno, è uno dei professionisti del team multidisciplinare del nuovo Centro della Colonna Vertebrale di Muralto. In questa intervista ci parla dell’attività del nuovo ambulatorio, delle sua peculiarità e dei servizi offerti.
Come nasce l’idea di un centro specializzato in problemi della colonna vertebrale?
Il progetto nasce dalla consapevolezza che, anche nel trattamento di patologie correlate alla colonna spinale, sempre più spesso si rende necessaria la collaborazione tra medici di specialità differenti. In questo modo è possibile trattare i problemi e le patologie della schiena secondo un criterio analogo, ma seguendo un percorso che varia da caso a caso, secondo le esigenze e la situazione del paziente. Il neurochirurgo e l’ortopedico focalizzati nella cura della colonna spinale sono gli elementi centrali per la parte chirurgica; vi gli specialisti che si occupano della fase diagnostica e/o terapeutica, quali ad esempio il neurologo, il reumatologo e l’anestesista specializzato nella terapia del dolore. Direi quindi che la multidisciplinarietà è la caratteristica principale del Centro; un team di professionisti che di concerto trattano varie patologie, sia in modo conservativo che chirurgico. Anzitutto, per iniziare correttamente bisogna formulare la diagnosi corretta per proporre poi la terapia più idonea e con più probabilità di successo. Troppo spesso, infatti, si prescrivono trattamenti quali medicamenti o fisioterapia trattando il sintomo senza conoscere la diagnosi. Cosi’ si corre il rischio non solo di istituire un trattamento non idoneo, ma magari anche di protrarre la corretta diagnosi e di conseguenza la corretta cura di alcuni mesi. Ecco perché è importante un centro multidisciplinare: per arrivare ad una diagnosi precisa e seguire una linea di trattamento, che sia di tipo chirurgico o conservativo.
Quali sono le patologie più diffuse, e come vengono trattate?
Innanzitutto è importante sottolineare che non sempre i sintomi correlati alla colonna - dal mal di schiena alla sciatalgia - necessitano di essere trattati chirurgicamente. Questo avviene circa in un caso su 15-20. Nella maggioranza dei casi il problema si tratta in modo conservativo, con una terapia per bocca a corto termine e/o consigli su manovre da evitare, atteggiamenti da correggere, attività sportive da interrompere o da iniziare, a seconda dei casi. Altre volte è necessario effettuare infiltrazioni con cortisone per accelerare il processo di miglioramento clinico. A riguardo dell’infiltrazione, ne approfitto per sottolineare il suo valore diagnostico, spesso non conosciuto, riconducibile all’effetto dell’anestetico locale iniettato assieme al cortisone. Tornando alle patologie, la più ricorrente è sicuramente la lombalgia (mal di schiena), causata lpiu’ frequentemente da degenerazione del disco intervertebrale (le cosiddette “discopatie”) o delle faccette articolari (con fenomeni di artrosi); altre volte cause la causa può’ risiedere in fratture vertebrali, che non sempre sono di natura traumatica. Altro campo frequentemente affrontato riguarda la compressione di nervi all’interno della colonna vertebrale con possibili dolori che coinvolgono le braccia o le gambe (ernie discali, stenosi del canale spinale, …).
Quando si rende necessario un intervento chirurgico?
Sicuramente quando il trattamento conservativo, effettuato nelle modalità corrette, non ha dato i risultati sperati. O altrimenti di fronte a chiari segni clinici che portano a proporre la chirurgia davanti ad un trattamento conservativo, come osserviamo ad esempio di fronte ad alcuni tipi di frattura o compressione di nervi con presenza di deficit, ovvero la diminuzione di forza negli arti. Chiaramente in entrambe le situazioni la soluzione chirurgica deve avere buone chance di portare ad un miglioramento della qualità di vita del paziente.
Chi è il vostro paziente tipo? Come viene preso a carico?
Abbiamo diverse tipologie di paziente, dal 16enne all’85enne. Chiaramente, a seconda dell’età, la professioni e attività sportiva svolta (o non svolta) la patologia cambia. Il paziente giunge a noi di sua iniziativa, ma piu’ spesso inviato dal Medico Curante o dal medico del Pronto Soccorso, con i quali abbiamo una stretta collaborazione e rapporto di fiducia.
Che tipo di rapporto esiste con la Clinica Ars Medica?
Il Centro Colonna Vertebrale (CCV) è un ramo dell’Ars Medica, finalizzato alla diagnosi e cura delle patologie che coinvolgono la colonna vertebrale. I medici del CCV sono tutti accreditati presso la Clinica e usufruiscono di spazi, strutture e risorse messe loro a disposizione, quali ad esempio il Servizio di Radiologia per esami diagnostici (Risonanza Magnetica, TAC, radiologia convenzionale), ma anche reparti di degenza e sala operatoria. In aggiunta, ma non meno importante è la presenza di specialisti di altre specialità (prevalentemente dell’apparato locomotore) con cui poter collaborare e potersi confrontare sempre con l’obiettivo di offrire un servizio di qualità per il paziente.
Vi occupate anche di prevenzione?
Assolutamente sì. Anzi, direi che la maggioranza dei pazienti richiede una presa a carico di tipo preventivo/conservativo. Anche un paziente che ha mal di schiena, infatti, sarebbe opportuno che effettuasse una visita con uno specialista neurochirurgo o ortopedico spinale, il cui fine non è, come erroneamente si pensa, “solo operare”, ma principalmente di offrire la diagnosi corretta e poi la cura più indicata. Con gli anni è cambiata l’attitudine del medico, che richiede sempre più la collaborazione del paziente per gestire e risolvere i suoi problemi. Compito del medico è anche sensibilizzare e responsabilizzare il paziente. Sarebbe infatti inutile ad esempio sottoporsi ad un intervento chirurgico senza eliminare quei fattori di rischio che hanno portato alla malattia. Per di più la maggior parte degli interventi chirurgici si potrebbero evitare con una miglior gestione della propria salute, una scelta migliore della professione svolta o una corretta attività sportiva adeguata ai propri problemi di salute.