di Don Gianfranco Feliciani
Dalla prima pagina del “Corriere del Ticino” di lunedì 21 ottobre, leggo: “Pazienti che si scagliano contro medici e infermieri, familiari che non disdegnano le maniere brusche. Impiegati presi a male parole. Gli ospedali e le strutture sanitarie ticinesi sono ormai sempre più spesso teatro di situazioni al limite. Solo all’EOC, si contano in media 25-30 episodi ogni mese. Tanto che è stato deciso di rafforzare il servizio di vigilanza e di mettere a disposizione del personale un numero di pronto intervento”.
Mentre leggo il giornale al bar, due attempate signore sedute all’altro tavolo discutono animatamente. Dalle loro bocche escono parole così scurrili che nulla hanno da invidiare a quelle dei nostri ragazzi in discoteca... Volgarità e maleducazione dominano ormai un po’ dappertutto. E dalle parolacce si arriva prima o poi alle mani. La preoccupazione legittima, presente in ogni epoca, di far valere i propri diritti, viene amplificata ed esasperata: ed ecco rabbia e violenza scatenarsi quando le cose non vanno secondo le proprie aspettative.
Questo imbarbarimento dei rapporti umani è estremamente pericoloso, perché con i moderni strumenti di comunicazione rischia di diventare più che mai contagioso, normale e… senza vergogna. Assistiamo di continuo a liti familiari in diretta televisiva, a emozioni espresse senza pudore davanti a milioni di telespettatori, a storie di violenza date in pasto a milioni di ascoltatori. Lo spettacolo deprimente che i TG ci forniscono ogni giorno sulla corsa alla Casa Bianca di Donald Trump e Barbara Harris, ha qualcosa di emblematico e di drammatico.
Stiamo assistendo a una specie di eliminazione della dignità, della coscienza e dell’interiorità dell’uomo? Ma questi sono i valori fondanti la democrazia! È questo il pericolo a cui va incontro la nostra società di massa. I regimi totalitari del novecento, fascismo, nazismo e comunismo, perseguivano la soppressione della coscienza dell’uomo attraverso il lavaggio del cervello della propaganda e l’uso del terrore. È storia passata. Ma la fine di questi regimi non ha però significato la fine del rischio dell’annientamento della coscienza e, quindi, della libertà umana.
Umberto Galimberti, il noto e saggio filosofo psicanalista italiano, parla di un “mondo senza più vergogna” e di una “omologazione dell’intimo a cui tendono tutte le società conformiste”. Questo andazzo del vivere che subdolamente, ma inesorabilmente, soffoca la libertà dell’uomo, alla fine non può che sfociare nell’insoddisfazione e nella violenza. Insomma, solo dalla coscienza e dal cuore dell’uomo dipende la qualità della nostra vita personale e sociale!