di Brenno Martignoni Polti
Tra le più grandi della storia del cinema. Presenza straordinaria. Spiccata personalità. Ultima di sette figli. Genitori poverissimi. Agricoltori. È ancora bambina, quando la madre apre una piccola osteria. Vi lavora, con le sorelle. Infanzia al limite dell’indigenza. Diversi traslochi. Ava Lavinia Gardner. Nata il 24 dicembre 1922. La svolta, la trova, nel 1941. In visita alla sorella, sposata a New York, posò per il cognato. Una sua immagine. Postata nella vetrina di un negozio. Viene notata dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Provino di debutto. Muto. Per via del suo marcato accento meridionale. Arriva il primo contratto. Poi, Hollywood. Vorace. Trasgressiva. Vita movimentata. Sbrigliata. Dell'artista si raccontano storie, miti e leggende. Soprattutto, i fermenti relazionali. Alla domanda di un giornalista. “Quanti amanti ha avuto signora Gardner?”. Risposta pacifica. Diretta. “Non ho mai tenuto il conto.” S’imbarcò anche in storie pericolose. Con Bugsy Siegel. Mafioso. Creatore di Las Vegas. A qualcuno diede picche. Humphrey Bogart. Senza peli sulla lingua, stigmatizzò Aristotele Onassis. “Primitivo allupato con lo yacht”. Mise alla porta, senza se e senza ma, il regista John Huston, che una notte si era infilato nella sua camera d’albergo. Rigida. Senza fronzoli. Poche, le amiche. Fra queste, Grace Kelly. Ne fa menzione nelle sue memorie. “Amava fare scommesse; una volta abbiamo scommesso 20 dollari che Hyde Park fosse più grande del Principato. Lei diceva di no. Vinsi io. Mi mandò i dollari, una bottiglia magnum di Dom Perignon e un pacchetto di aspirine per dopo la sbornia. Mi conosceva bene”. Di Ava Gardner, però, spicca soprattutto il tormentato amore con Frank Sinatra. Litigi violenti. Passione irrazionale. Si incrociano, il 10 febbraio 1949. Lui, al volante, di una Cadillac nera. Lei, su una Cadillac verde scura. Con autista. Si sposeranno nel 1951. A nove giorni dal divorzio di Sinatra. Già nel 1953, però, la diva è in fuga a Madrid con un noto torero. Luis Miguel Dominguin. Nel 1954 sono la coppia del momento. Paco Cano, fotografo spagnolo di corride e di Madonne. “Con il permesso della Vergine Maria, è la donna più bella che abbia mai incontrato.” Scesa nell’arena, viene colpita da un toro. L’incidente, la costrinse a lunghe degenze ospedaliere e le lasciò un segno indelebile in viso. Sempre ben camuffato, in seguito, da capaci truccatori. Nel 1958, Ava ritrova il successo. “La Maja desnuda”. È Maria Cayetana, Duchessa d’Alba, amante e modella del pittore Francisco Goya (interpretato da Anthony Franciosa). Poi, il viale del tramonto. Gli abbigliamenti sontuosi lasciano spazio a jeans e maglioni. In privato, solo due fotografie. Una, lei in un prato. Sorridente e abbracciata al suo cagnolino. Un’altra, di Maria Callas, con dedica. Nel 1986, un ictus, le paralizza il braccio sinistro. A causa di enfisema, è costretta a dipendere da una bombola d’ossigeno. Sinatra d’oltreoceano la chiama spesso e copre tutte le cure. Fino alla scomparsa. A Londra. Di polmonite. Giovedì 25 gennaio 1990. Ha appena compiuto 67 anni, da un mese. Sola e lontana dalle luci della ribalta. Da poco, aveva ultimato la sua autobiografia. Nel 1992, Tossa de Mar. Cittadina della Catalogna. Dove, nel 1951, fu in parte girato il film “Pandora”. Le dedica una ua bronzea, a grandezza naturale. Suggello alla carriera. Di un’indomata. Per sempre. Libera.