Tribuna Libera
25.02.2016 - 07:340
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Non in nome nostro. No all’iniziativa per l‘attuazione
di Marina Carobbio, consigliera nazionale PS
Eh no, è troppo comodo utilizzare noi donne per invitare a votare un’iniziativa disumana e antidemocratica come quella denominata “per l’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri” come sta facendo ora l’UDC. Noi “donne e le nostre figlie”, che a detta dell’UDC saremmo addirittura “meglio protette”, diciamo invece No a un ‘iniziativa che rappresenta un vero e proprio attacco ai diritti umani e a tutte quelle persone di origine straniere che vivono, lavorano nel nostro paese e che rappresentano un quinto della popolazione svizzera. Il nostro sistema democratico può funzionare solo se protegge i diritti delle minoranze. Per contro quest’iniziativa, introducendo l’espulsione automatica indipendentemente dal reato commesso, mette in discussione i principi stessi dello Stato di diritto quali la proporzionalità, la separazione dei poteri e il diritto per tutti a un procedimento equo.
Utilizzare l’argomento della protezione delle donne per far presa sui votanti è il colmo da parte di un partito che in parlamento, riprendendo solo alcuni degli esempi più recenti, ha votato contro proposte che chiedevano “un numero sufficiente di posti in istituzioni appropriate che offrono protezione dalle violenze subite nell'ambiente sociale immediato” , che ha respinto la possibilità di “valutare in un rapporto in maniera tempestiva e interistituzionale il livello di pericolosità che presentano gli autori della violenza, nonché allestire un piano di sicurezza per le vittime” e che si è opposto a “istituire una base legale per lo scambio di dati necessario nell'ambito di una gestione coordinata delle minacce in caso di violenza domestica”. Tutte proposte che sono state avanzate per arginare il fenomeno della violenza domestica che colpisce prevalentemente le donne e i minori, proposte che l’UDC invece non ha sostenuto.
L’iniziativa “per l’attuazione” è pericolosa. Essa non riguarda solo il 20% di persone che vivono in Svizzera senza passaporto, ma anche le persone di nazionalità svizzera che sono sposate con chi sarà espulso per un reato bagatella, così come i loro genitori o i loro figli. E tra queste persone ci sono tante donne e figlie. Altro che protezione! Ma votiamo No a quest’iniziativa anche perché essa non è che il preludio ad altre proposte volte a indebolire il nostro sistema democratico: ad essa seguiranno altri attacchi ai diritti fondamentali e alle conquiste sociali raggiunti negli ultimi anni.
Marina Carobbio, consigliera nazionale PS