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01.06.2016 - 10:100
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Nuova legge sull’EOC: sanità di qualità, per tutti

di Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR

Quando, nel 2007, il legislatore federale ha adottato il nuovo modello remunerativo per le prestazioni ospedaliere, ha posto al centro della riforma la libertà di scelta del paziente. È proprio il paziente, e non altri, ad avere il diritto di decidere dove e presso quale ospedale farsi curare, potendo far capo all’offerta sanitaria presente sull’intero territorio nazionale, poco importo se gestita da istituti pubblici o privati. Con l’apertura del sistema ospedaliero svizzero ad una concorrenza ben regolata è stata pure pianificata la creazione di determinati centri di punta altamente specializzati, in modo da garantire una sempre migliore qualità delle cure grazie alla concentrazione dei casi. Le Camere federali, parificando il finanziamento di strutture pubbliche e private, non hanno affatto rinunciato al principio del servizio pubblico sancito dalla LAMal, ma ne hanno affidato l’attuazione – mediante i mandati di prestazione – a quei fornitori che meglio lo garantiscono, indipendentemente dalla loro veste giuridica (enti di diritto pubblico, fondazioni private, società anonime, ecc.). È in questo contesto che va letta la necessità di aggiornare la Legge cantonale sul nostro Ente ospedaliero cantonale (EOC), il quale deve essere messo in condizione di collaborare in modo più stretto e articolato con quegli attori privati della sanità che siano disposti a sviluppare dinamiche sinergiche e modelli organizzativi integrati, allo scopo di superare l’attuale frammentazione dell’offerta. Come ha spiegato il prof. Moccetti, che sa molto bene di che cosa parla, soltanto grazie ad una messa in rete delle competenze e delle dotazioni tecnologiche pubbliche e private (evitando inutili e costosi doppioni) riusciremo a mantenere in Ticino anche la casistica complessa, potenziando così la competitività, la qualità e l’efficienza della nostra offerta sanitaria nell’ambito nazionale. È un obbiettivo strategico il cui raggiungimento viene invece ostacolato dall’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” che, a dispetto del titolo accattivante, pregiudica pericolosamente lo sviluppo del nostro del sistema sanitario. Chi teme l’inizio di una privatizzazione della sanità si sbaglia. È semmai l’EOC e il servizio pubblico che vengono rafforzati dalla riforma della Legge. Non solo perché il Gran Consiglio sarà chiamato di volta in volta ad approvare le singole nuove partecipazioni al capitale di società private e lo potrà fare soltanto in presenza di un evidente interesse pubblico, ma anche perché i partners privati saranno tenuti ad applicare le stesse condizioni che regolano il settore pubblico, come ad esempio i contratti di lavoro, il primariato e la messa a disposizione di posti di formazione. Verrà inoltre conferita la possibilità all’EOC di gestire l’intero percorso di cura del paziente – dalla fase acuta al rientro a domicilio – secondo quanto previsto dalla pianificazione federale e cantonale. Il Cantone beneficerà per altro degli interessi che maturerà il capitale di dotazione, di cui l’EOC potrà disporre. Non vi è dunque motivo di inquietarsi: né per la presenza di società anonime tra gli attori privati, né per il destino del servizio pubblico in un contesto concorrenziale. Diversi ospedali pubblici in Svizzera hanno assunto da anni la forma giuridica della SA, avvalendosi così di una maggiore flessibilità nelle collaborazioni con il settore privato; cionondimeno, nessuno dei loro pazienti si sognerebbe di dubitare del ruolo trainante di quelle strutture nella promozione di un servizio di pubblico di primo ordine. La concorrenza ha il pregio di stimolare la cooperazione dell’offerta pubblica e privata, l’innovazione in campo medico e i progressi della ricerca scientifica. Il settore privato continuerà ad essere complementare a quello pubblico e quest’ultimo manterrà la sua centralità, consolidando le sue specializzazioni. Ciò presuppone però una condizione: quella di poter coordinare e concentrare meglio le attività – soprattutto nella diagnostica e nel trattamento di certe specialità – tra i fornitori di prestazioni che se ne occupano, come appunto prevede la modifica della legge sull’EOC. Ne beneficerà anche il futuro Master in medicina dell’USI, che andrà ad accrescere l’offerta accademica e scientifica in Ticino, con un virtuoso riverbero in termini di conoscenze ed esperienze in campo medico, a tutto vantaggio dei pazienti ticinesi e non solo. L’accesso alle cure per tutti è e rimane la condizione indispensabile di ogni sistema sanitario equo e solidale. La nuova legge intende rafforzare questo principio assicurando l’accesso in Ticino anche alla medicina di punta, senza tuttavia rinunciare ad un solido servizio di base e di emergenza su tutto il territorio, valli comprese. Per questi motivi il prossimo 5 giugno io voterò un convinto “SÌ” alla modifica della Legge dell’Ente ospedaliero cantonale, invitandovi a fare altrettanto.Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR
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