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17.08.2016 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Una proposta non finanziabile e poco lungimirante!

di Marco Romano, consigliere nazionale

L’iniziativa “AVSplus” promossa dall’Unione sindacale svizzera e in votazione il prossimo 25 settembre chiede in maniera semplicistica di aumentare del 10% tutte le rendite AVS. Di primo acchito un gran bel regalo per tutti i pensionati nel presente. Purtroppo dietro questo intento politico si nascondono svariati risvolti dannosi sia per il sistema socioeconomico sia per le finanze pubbliche. Al momento attuale l’iniziativa costerebbe 4,1 miliardi di franchi all’anno. Non sono briciole. Soprattutto in considerazione del fatto che le assicurazioni sociali vanno finanziate sul lungo periodo e che la situazione attuale non è assolutamente rosea. Proiettando un’eventuale accettazione verso il 2030, con il crescente e incontrovertibile invecchiamento della popolazione, arriveremmo a un costo annuale pari a 5,5 miliardi. Di fronte a una tale importante spesa, chi promuove l’iniziativa dovrebbe entrare nel dettaglio delle modalità di finanziamento. E’ una questione di responsabilità verso le nuove generazioni. Occorre pensare al domani e alla sostenibilità delle proposte. L’iniziativa non contiene purtroppo alcuna indicazione precisa su come finanziare il tanto decantato “plus” che di fatto sarà un “minus” per le prossime generazioni. Dal 2014 le casse dell’AVS finanziano rendite superiori a quanto annualmente incassano; aumentano i pensionati a fronte di un’erosione della forza lavoro che li mantiene. Se la tendenza dovesse perdurare senza riforme strutturali (i lavori in parlamento sono in corso con il progetto “riforma previdenza 2020” che va a toccare tutto il sistema) nel 2030 nelle casse dell’AVS mancheranno 7.5 miliardi. A cui vogliamo sommare ulteriori 5,5 miliardi come propone l’iniziativa? L’iniziativa non specifica le modalità di finanziamento. L’aumento delle rendite ricadrebbe pesantemente sui lavoratori, i quali si vedrebbero aumentata la quota parte di salario vincolata al finanziamento dell’AVS. Un aggravio ingiustificato, poco lungimirante e nocivo per il sistema economico. Si penalizzano i giovani lavoratori e le famiglie per finanziare un aumento delle rendite globalmente non necessario. E’ ingiusto prelevare miliardi dai salari di chi oggi lavora, spende, investe e rappresenta il futuro del paese. Si impoverisce una generazione. Ma soprattutto, il neo pensionato banchiere necessita di una AVS maggiorata del 10%? La risposta è evidente. Come è evidente che vi sono beneficiari AVS in difficoltà, non lontani dalla soglia di povertà. Ma l’aiuto deve essere mirato e quindi più sostanzioso tramite le prestazioni complementari. L’azione “ad innaffiatoio” proposta non è finanziabile. Attenzione poi, agli attuali beneficiari di prestazioni complementari, chi ha realmente bisogno, non godrebbe di quanto proposto: un aumento del 10% della rendita AVS sarebbe seguito da una pari diminuzione delle prestazioni, saldo uguale a zero; in aggiunta le rendite AVS sono fiscalmente imponibili al contrario delle complementari. L’AVS è un istituto sociale che si fonda sulla solidarietà intergenerazionale, tra giovani e “meno giovani”. Entrambe le parti devono mostrare responsabilità verso il sistema. Un eccesso su di un fronte compromette l’intero sistema. La solidarietà è in pericolo, in settembre occorre votare NO all’iniziativa “AVSplus”.Marco Romano, consigliere nazionale
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