Tribuna Libera
08.11.2016 - 15:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Lettera a chi sta dicendo no a un progetto prezioso
di Cristina Gardenghi
Cara o caro amica/o che dici “NO” al progetto Parc Adula,
questa lettera è una raccolta di risposte ad alcune esternazioni che porti avanti come argomentazioni per giustificare il tuo “NO” a questo progetto. Non vuole essere né una lettera polemica né una paternale, bensì una riflessione critica, che spero possa aiutare chi si trova perso in tante informazioni di dubbia veridicità a ritrovare un punto di riferimento.
Parli spesso del “Parc Adula” come un’istituzione lontana dal contesto vallerano-regionale, quasi fosse composta da extra-terrestri. Ti invito a scorrere la lista delle persone che costituiscono attualmente l’Assemblea e i gruppi di lavoro del Parco. Potrai constatare la presenza dei nominativi di stimati con-vallerani o rappresentanti delle altre regioni coinvolte, che si mettono a disposizione per difendere i NOSTRI interessi.
Magari contesti la legittimità a definire il futuro parco un “vero Parco Nazionale”, a causa soprattutto delle eccezioni ammesse nella zona centrale. Ti ricordo che lo statuto previsto per la zona interessata è quello di Parco Nazionale di nuova generazione, che differisce dal concetto di Parco Nazionale inteso come riserva protetta fine a sé stessa. Esso si prefigge sì di tutelare natura e territorio, ma anche di incentivare uno sviluppo economico sostenibile e compatibile con la conservazione del patrimonio naturale, culturale e storico. Si tratta secondo me di un concetto molto moderno, che accetta e integra la presenza dell’uomo e delle sue attività ormai su tutto il territorio.
Parli spesso di sudditanza e di completa dipendenza dai funzionari statali, o addirittura di perdita della libertà. Come specificato nella nuova versione della Charta (Capitolo B, “Statuto Associazione Parc Adula”, Articolo 8), l’ultima parola in fatto di decisioni spetterà sempre e comunque all’Assemblea dei rappresentanti dei comuni e delle regioni, quindi a NOI, non ad un esotico funzionario statale. Quanto alla paura di perdere parte della tua libertà, ti invito a riflettere seriamente su quali siano davvero le libertà fondamentali. Io non penso che essere invitati a proseguire la propria gita su un sentiero battuto, o rinunciare per una volta a portare con sé il proprio animale domestico, rappresenti una mutilazione così importante della propria libertà. Ti rammento inoltre che queste restrizioni varranno SOLO nella zona nucleo; non dimenticarti dell’ampia scelta di itinerari escursionistici anche nella zona periferica, dove non vi saranno limitazioni di questo tipo!
Se contesti perché hai timore di future restrizioni anche nella zona periferica, penso che manchi di fiducia nei confronti delle autorità politiche (comunali e regionali) e dei privati cittadini che costituiscono l’assemblea e i gruppi operativi dell’associazione. Ti chiedo: perché queste persone non dovrebbero difendere gli interessi dei residenti (quindi i tuoi), quando sono essi stessi domiciliati nelle regioni coinvolte dal parco?
Se ti senti limitato nell’accesso alle informazioni, perché tra le altre cose trovi che il piano di gestione ufficiale (la Charta) sia illeggibile, non dimenticarti della vasta scelta di modalità alternative di informarti che hai avuto e che hai tutt’ora a disposizione! Ci sono state le serate informative, la possibilità di contattare direttamente il comitato dell’Associazione in caso di dubbio o domande su un particolare tema…insomma, un comportamento proattivo premia sempre. Inoltre, concedimi una battuta, non mi risulta che la Charta sia più difficile da decifrare della Costituzione Svizzera o di qualsiasi altro regolamento statale o cantonale che GIÀ regolamenta gran parte delle attività che svolgi, e non credo che questo ti abbia mai creato particolari problemi…
Sembra che tu trovi il concetto di sostenibilità che sta dietro l’idea del Parco una motivazione troppo astratta e quindi insufficiente a giustificare un progetto del genere. Sostenibilità significa conciliare gli interessi nei vari ambiti di un sistema (in questo caso economico, sociale ed ambientale) in modo da garantirne la stabilità nel tempo. Mirare ad una gestione ragionata delle risorse naturali per proteggere noi stessi e le nostre attività a lungo termine mi sembra abbastanza concreto come obiettivo!
Per finire, vorrei ricordarti che il contratto stipulato tra Confederazione, Cantoni e Parc Adula ha una durata limitata a dieci anni, il che secondo me non è segno di fragilità del progetto come hai ipotizzato qualche volta, bensì indice di un forte spirito critico e democratico. Alla scadenza del contratto saremo di nuovo NOI a dire la nostra e a decidere se continuare o meno l’avventura Parc Adula.
Sperando di essere riuscita a rassicurarti, o perlomeno a fornirti qualche spunto di riflessione che ti permetta di prendere una decisione ponderata il prossimo 27 novembre, ti saluto e ti auguro buona continuazione!
Cristina Gardenghi, Gruppo di sostegno Sì al Parc Adula Valle di Blenio